La Stampa 3.9.17
Hawking e la caccia agli alieni
“Captati 15 segnali misteriosi”
Scoperta del team del cosmologo più famoso del mondo “Ma attenti, ci tratterebbero come fece Colombo con gli indios”
di Vittorio Sabadin
Stephen
Hawking, il genio dell’astrofisica che occupa a Cambridge la cattedra
che fu di Isaac Newton, ha forse scoperto nell’Universo quello di cui ha
più paura: tracce di vita aliena. Da una galassia nana distante 3
miliardi di anni luce arrivano 15 nuovi e misteriosi segnali radio, che
potrebbero essere stati emessi da una civiltà extraterrestre. Hawking da
tempo sconsiglia all’umanità di mettersi in contatto con gli alieni:
«Avrebbero per noi - ha detto - lo stesso interesse che noi abbiamo per i
batteri, e se ci andasse bene ci tratterebbero come Cristoforo Colombo
trattò gli indigeni che incontrò nel nuovo mondo».
In questo caso,
un incontro appare del tutto improbabile. I segnali radio viaggiano
alla velocità della luce e quelli appena captati sono stati dunque
emessi 3 miliardi di anni fa, quando la Terra aveva 2 miliardi di anni e
ospitava solo forme di vita unicellulari. Se un alieno li ha inviati è
morto da un pezzo e, se invieremo una risposta, la nostra civiltà sarà
ridotta in polvere quando verrà recapitata. Ma i nuovi segnali sono
comunque considerati molto strani e interessanti. Sono stati scoperti
nell’ambito del Breakthrough Listen Project, un’iniziativa finanziata
con 100 milioni di dollari dall’uomo d’affari russo Yuri Milner, il cui
nome di battesimo fu scelto nel 1961 in omaggio a Yuri Gagarin, il primo
uomo nello spazio. Milner era amico del fisico dissidente Andrei
Sacharov, che ha ispirato la sua passione per lo spazio.
Il
progetto, cui Hawking ha dato la propria adesione e la propria
consulenza, «affitta» il tempo di alcuni grandi osservatori terrestri
per cercare forme di vita in un milione di stelle vicine alla Terra.
Sintonizzandosi su 10 miliardi di frequenze diverse, gli scienziati
stanno esaminando le 100 galassie più vicine a noi con l’aiuto di 9
milioni di volontari, che in tutto il mondo mettono a disposizione i
loro computer per aiutare il centro di ricerca a esaminare i dati.
I
segnali misteriosi sono stati captati dal Green Bank Telescope della
West Virginia da una fonte scoperta nel 2012 che emette Fast radio
bursts, lampi radio veloci che durano solo qualche millisecondo. Nel
2015 e 2016 la fonte era ancora al suo posto e dunque bisognava
escludere che gli impulsi provenissero dalla casuale esplosione di una
supernova. L’Università della California ha ora esplorato la stessa
galassia ad una frequenza più alta, captando 15 nuovi segnali che
potrebbero essere stati emessi da forme di vita evolute e intelligenti.
«Non abbiamo idea da dove i segnali provengano - ha detto con prudenza
Vishal Gajjar, del Berkeley Research Centre -. Ci sono solo 30 sorgenti
di questi segnali nell’Universo e una sola che si ripete. Dobbiamo
studiarla ancora. Ci sono più teorie che fonti di segnali, più domande
che risposte. Più studiamo e più troviamo cose strane».
I segnali
captati potrebbero essere dovuti, si ipotizza, a fonti di energia
utilizzate dagli alieni per muovere i loro veicoli, ma si sta studiando
anche l’ipotesi che provengano da una stella di neutroni, uno dei corpi
celesti più strani dell’Universo. Queste stelle hanno una densità pari a
100 mila miliardi quella della roccia e un cucchiaino della materia di
cui sono composte peserebbe come tutti i mammiferi della Terra, esseri
umani compresi. Ruotano su se stesse 100 volte al secondo ed emettono
lampi radio. L’astrofisica irlandese Jocelyn Bell Burnell scoprì la
prima stella pulsante nel 1967 e anche lei pensò subito agli alieni:
chiamò i segnali che riceveva LGM-1, Little Green Men, piccoli uomini
verdi.
Hawking, il cui corpo è paralizzato dalla sclerosi laterale
amiotrofica, ha deciso di dedicare gli ultimi anni della sua vita alla
ricerca di forme di vita intelligenti che devono esistere da qualche
parte nelle galassie. Solo la Via Lattea ha da 200 a 400 miliardi di
stelle, ed è impossibile che la vita si sia sviluppata solo sulla Terra.
Se si costruisse un modellino con un diametro di 130 km che
rappresentasse la nostra galassia, il sistema solare occuperebbe appena 2
millimetri. C’è dunque qualcosa là fuori e bisogna cercarlo. Ma
l’importante, secondo Hawking, è non farsi scoprire: gli alieni
potrebbero venire a trovarci, e non ci piacerebbe per niente.