giovedì 28 settembre 2017

La Stampa 28.9.17
Bimbo di 3 anni dimenticato sullo scuolabus per 5 ore
Paura nel Savonese, l’accompagnatrice non l’aveva visto
La procura apre un’indagine per abbandono di minore
di Marco Menduni

Alì è salito sullo scuolabus, ieri mattina. Alì, però, non è mai arrivato all’asilo. Si è addormentato lì, il bambino di 3 anni, su quel Daily giallo quasi fluorescente, accoccolato su un seggiolino dei 28, divisi su sette file, alle otto e mezzo del mattino. Nessuno si è accorto di lui, al momento di scendere 40 minuti dopo. Nessuno si è accorto che non era arrivato nell’aula dei giochi, insieme ai compagni. Poi il destino ha messo, in mezzo, un’altra complicazione: per riportare i bimbi a casa l’autista utilizza un altro pulmino. Così passa ancora del tempo e solo più di quattro ore dopo scatta l’allarme, quando il mezzo passa davanti alla casa dei genitori del piccolo ma la mamma non lo può riabbracciare: lui, a bordo, non c’è.
Ormai è l’una e mezza ed è una comitiva quella che si muove dall’abitazione al plesso scolastico di Ceriale. Ancora quaranta minuti di ricerche, poi qualcuno ha un’intuizione. Si rivela esatta: Alì (un nome di fantasia per il piccolo di origine marocchina, ndr) è nello scuolabus, il primo, quello che viene utilizzato per il viaggio del mattino. Il piccolo si è ridestato, si è spaventato, forse ha anche versato qualche lacrima. Poi è rimasto lì, nel furgone giallo con le portiere blindate. C’è rimasto per cinque ore.
«Quando è stato ritrovato - racconta ora un parente, Mohamed, che è anche un milite della Croce Bianca di Alassio - era tutto sudato ma non presentava alcun tipo di disturbo». Era spaventato? «Spaventato sì, ma si era seduto in attesa che qualcuno lo venisse a prendere. È stato coraggioso, davvero coraggioso, per la sua tenera età».
Un’ora dopo il piccolo dorme sereno tra le braccia della madre, al pronto soccorso pediatrico dell’ospedale di Pietra Ligure. È stato portato lì nel timore di un principio di disidratazione, dopo esser rimasto prigioniero per un periodo di tempo così lungo in un furgone chiuso ed esposto in parte al sole. Ma non c’è alcun problema: Alì sta bene e l’unico trauma da superare sarà il ricordo di una mattinata interminabile. La mamma lo guarda, sorride e sospira: «Speriamo dimentichi in fretta, l’importante è che sia finito tutto bene»».
È inevitabile, però, che dopo un episodio del genere esplodano le polemiche. Com’è possibile che nessuno si accorga di un bimbo salito a bordo? Eppure, sulla carta, la rete di sorveglianza è ben impostata. Ci sono l’autista e un’accompagnatrice della cooperativa Arcadia, alla quale è stato affidato il servizio di trasporto dei bambini. Ci sono le maestre, che però ben poco hanno potuto, non avendolo mai visto arrivare.
Vero, lo confermano anche i familiari: «Va a scuola da poco tempo e non tutti i giorni, ma secondo le esigenze lavorative dei suoi genitori, quindi è probabilmente per questo che la sua assenza non ha destato interrogativi». L’autista conferma di non essersi accorto di nulla, ma ricorda che la responsabilità dell’appello dei bimbi che salgono e che scendono è dell’accompagnatrice: «Quando mi ha dato il via libera, ho parcheggiato e sono andato via». La donna è stata subito sospesa dalla cooperativa e sostituita. I carabinieri, che hanno la loro caserma nel palazzo attiguo al plesso scolastico, ipotizzano una segnalazione al magistrato per abbandono di minore.
Lei, la sorvegliante, è disperata: «Siamo arrivati, ho detto ai piccoli di togliere le cinture e scendere, non mi sono accorta che ne era rimasto a bordo uno». Cos’è successo lo spiegherà l’indagine mentre il pulmino giallo rimane fermo, sequestrato nel piazzale davanti alla scuola.