La Stampa 27.9.17
Firenze litiga sugli alberi abbattuti
Gli
ambientalisti: erano sani, viali sfigurati. Il Comune: falso,
rischiavano di cadere. La procura indaga sulle autorizzazioni e sullo
stato di salute delle piante tagliate
di Maria Vittoria Giannotti
Firenze
Il taglio di trecento alberi divide Firenze. I viali e le piazze
interessati dagli abbattimenti del Comune sono irriconoscibili,
sfigurati, protesta una fazione composta da molti cittadini e dalle
associazioni ambientaliste. La sicurezza prima di tutto, ribatte la
fazione avversa, schierandosi con Palazzo Vecchio: gli alberi,
soprattutto se vecchi o malati, sono pericolosi.
L’operazione,
che ha interessato i viali di circonvallazione così come il centro
storico, è scattata ad agosto e non è stata uno scherzo sul fronte
dell’ordine pubblico: per buttare giù gli ippocastani di viale Corsica è
stato necessario addirittura l’intervento della polizia, in tenuta
antisommossa. C’è chi ha abbracciato i tronchi, rifiutando di staccarsi,
se non trascinato via a forza, chi si è indignato e chi è scoppiato in
lacrime. «Siamo stati costretti a farlo» è stata la spiegazione
dell’amministrazione comunale, che a più riprese ha ribadito di aver
agito in nome della salute pubblica. Argomentazione che ha trovato
riscontro in un episodio accaduto proprio in quella stessa strada: dopo
un violento acquazzone, uno degli ippocastani nel mirino si è infatti
abbattuto sulla carreggiata, rischiando di travolgere un’auto. Di qui la
decisione di accelerare i tempi.
«Hanno usato la scusa di
quell’albero danneggiato dai lavori stradali per tagliare tutti gli
altri», accusano gli ambientalisti. In effetti con gli alberi
pericolanti non si scherza e i fiorentini lo sanno bene: in città è
sempre vivo il ricordo della tragedia nel parco delle Cascine, quando un
albero uccise una donna a passeggio con la nipotina. Il successivo
intervento in piazza San Marco, a due passi dall’Accademia che ospita il
Davide di Michelangelo, si è svolto senza particolari incidenti, ma le
bacheche dei social network dei fiorentini rimasti in città si sono
subito affollate di immagini malinconiche di fronde accasciate al suolo.
Stesse reazioni per i maestosi pini che ombreggiavano da decenni la
centralissima piazza della Stazione. Erano sani, hanno tuonato gli
ambientalisti scattando foto ai tronchi caduti, apparentemente integri.
Immagini che sono finite anche in allegato agli esposti arrivati sui
tavoli della Procura fiorentina. Quei documenti sono ora stati raccolti
in un fascicolo e affidati a un magistrato, Gianni Tei, che già in
passato si è occupato del verde pubblico. Per ora non ci sono nomi
iscritti nel registro degli indagati, né è stata formulata un’ipotesi di
reato, ma i fronti dell’indagine sono due. Si tratta di capire se le
piante sono state abbattute con l’ok della Sovrintendenza (nulla osta
necessario dato che quasi tutti gli alberi tagliati si trovavano in una
zona sottoposta a vincolo paesaggistico) e il loro stato di salute.
Intanto, mentre la Procura fa il suo lavoro, altri abbattimenti sono in
programma e la città si dedica alla polemica, anche con toni vivaci. Ne
sa qualcosa il professor Francesco Ferrini, docente di arboricoltura
dell’università, che dopo aver preso posizione in favore degli
abbattimenti, si è visto travolto da una marea di insulti.