La Stampa 26.9.17
Cercando Dio tra psicanalisi ed ebraismo
di Bruno Quaranta
Era
solito ricordare Karl Barth che l’unico problema ecumenico è il
rapporto con gli ebrei. Se non è impostato correttamente, non si possono
risolvere i problemi tra i cristiani. Una convinzione, quella del
teologo e pastore svizzero, anche di Carlo Mario Martini, fra gli
interlocutori, con il rabbino Laras, di Stella Bolaffi Benuzzi,
psicologa e psiconalista freudiana, un’infanzia mai dimenticata «tra
leggi razziali e lotta partigiana», come spiega il sottotitolo della sua
autobiografia La balma delle streghe.
Ridammi vita (Salomone
Belforte & C., pp. 241, €20), la nuova opera di Stella Bolaffi
Benuzzi, è un excursus (dai Salmi di Davide a una visione etica
contemporanea) memore della tesi di laurea discussa con Augusto Guzzo.
L’epigrafe ideale di questo dialogo ebraico-cristiano è scolpita sulla
tomba di Carlo Mario Martini, nel Duomo di Milano, Salmo 119: «Lampada
per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino». Stella Bolaffi
Benuzzi è, della Parola, un’ostinata custode e testimone, interpretando
la vita come un «libro delle interrogazioni», mai appagata, sempre
incardinata nell’inquietudine biblica: «A che punto è la notte?».
La
psicoanalisi non mira forse - come Stella Bolaffi Benuzzi rammenta (e
come sa Papa Bergoglio, a suo tempo paziente di un’analista ebrea) - «a
estrarre il paziente dallo Shèol, cioè dal vallone biblico dei defunti,
dal suo oscuro mondo interno e riportarlo alla luce, all’amore per la
vita»?
«I Salmisti ci hanno trasmesso l’impegno ad ascoltare la
voce della coscienza per poter perseguire la serietà etica nella vita»,
spiega Stella Bolaffi Benuzzi. Una verità che respira nei documenti
conciliari: «La coscienza è il nucleo più segreto e il sacrario
dell’uomo, dove egli si trova solo con Dio». La coscienza, la voce
giudicante della coscienza, il Super Ego freudiano in lotta con
l’istintuale Es...
«La coscienza costretta a ritornare sempre più
spesso al suo Signore per ritrovarsi»: è nel solco del «maggiore»
Augusto Guzzo che Stella Bolaffi Benuzzi tesse il suo filo.