martedì 19 settembre 2017

La Stampa 19.9.17
“I nostri figli hanno meno capacità affettive ma saranno davvero necessarie in futuro?”
di Noemi Penna

«È molto probabile che alcuni decenni fa gli adulti classificati come Silent Generation si siano interrogati sul perché gli adolescenti di quell’epoca – i cosiddetti baby boomers – stessero adottando atteggiamenti diversi riguardo alle relazioni sociali, quindi anche sessuali. Così come noi ci interroghiamo, spesso preoccupati, del perché i nostri figli preferiscano “smanettare” tutto il tempo con l’iPhone piuttosto che uscire». Ma secondo Claudio Loiodice dell’Associazione Nazionale Sociologi «sta tutta lì la chiave di lettura: che ci piaccia o no, gli stili relazionali mutano, e per fortuna, anche a causa delle innovazioni culturali, scientifiche e strumentali».
Era tutto già scritto?
«Non possiamo ignorare i ragionamenti del maestro della sociologia moderna, Zygmunt Bauman, che pochissimi anni fa pubblicava un breve saggio intitolato Gli usi postmoderni del sesso. Il teorico della società liquida individuava la causa del divorzio dell’erotismo dal sesso e dall’amore nella rivoluzione consumistica che coincide con la liberazione sessuale sessantottina».
Qual è il nesso tra consumi e libertà?
«Durante quella fase di eccezionale crescita dei consumi si instaurò nella società consumistica occidentale un irrefrenabile desiderio di ottenere un determinato prodotto seguito da un altrettanto spasmodico miraggio verso un nuovo prodotto. Il consumismo ha quindi in alcuni casi frammentato sesso, amore ed erotismo, favorendo quest’ultimo a discapito dei primi due. Si è addirittura arrivati a mettere in discussione il rapporto di coppia lungo e monogamo, perché posto in paragone con i beni di consumo, utili fino ad una certa data, poi superati da altri prodotti, più nuovi ed efficienti».
Abbiamo scambiato i sentimenti per cellulari?
«A rimetterci sono essenzialmente l’amore e la passione. Elementi ritenuti troppo faticosi da raggiungere, precari, impegnativi. Per quanto possa sembrare aberrante è questa la realtà. Ragazzi che appartengono alla generazione Igen ritengono di poter trovare nel loro strumento digitale tutto quello che serve. Anche la costruzione di una relazione sociale è agevolata dallo smartphone che, all’occorrenza, può essere sostituito da uno più moderno e da canali social sempre più frequentati».
E’ un modo per nascondersi o pigrizia?
«Canali come Facebook consentono di comunicare nascondendo alcuni difetti personali. I cambiamenti culturali hanno sempre modificato le relazioni sociali e anche questo fenomeno le cambierà e lo farà alla velocità della luce, incontrando ben pochi ostacoli. Fa comodo a tutti aver a portata di mano ciò che si necessità, comodamente e in intimità. Un fatto è però certo: venendo a mancare le esperienze a contatto, l’uomo non potrà acquisire e rafforzare sicurezza… Ma sarà ancora necessario acquisirle?».