lunedì 18 settembre 2017

La Stampa 18.9.17
Per questo assassino ci può essere solo pietà
di Ferdinando Camon

Facevano tenerezza, i due fidanzatini minorenni, e la tenerezza era mostrata dall’uso del diminutivo: non fidanzati ma fidanzatini. Quindi si amavano di un amore innocente perché infantile-minorile. Non potevano farsi del male, come i fidanzati adulti, i coniugi, i compagni. La vita dei minorenni sta prima del bene e del male. Poi lui l’ha uccisa con crudeltà, con furore, con (uso la parola più urtante) odio. L’ha malamente sepolta, quanto bastava perché non fosse trovata subito, almeno dagli uomini. E questo delitto getta una luce sinistra sull’amore preesistente: era così innocente? Era prima del bene e del male? O non era una manifestazione del male? Questo ragazzino non era forse un demonio mascherato? Come tale, ha ingannato tutti, anche noi, che credevamo alla tenerezza. Anche noi sentiamo l’impulso di partecipare all’opera di giustizia. L’assassino è in carcere, non si può toccarlo. Ma ci sono i suoi genitori. È così che arrivano tre molotov sulla casa dei genitori. È la vendetta. È giusta? Si può spiegare, ma non si può accettare. Da adesso la casa dei genitori sarà piantonata, cioè vigilata da agenti dello Stato, che è come dire da noi, a nostra cura e a nostre spese. È giusto? Sì, è giusto.
I delitti feroci sono quelli che suscitano più forte l’istinto vendicativo, e che scacciano come oltraggiosa la richiesta di perdono. Oltraggiosa per la vittima. Pare che, più è ingiustificabile l’assassino, più abbiamo diritto alla vendetta, più crudele dev’essere la vendetta, e più colpevole diventa il perdono. È difficile esprimerlo, e non so se ci riuscirò, ma è vero il contrario. L’assassino sragiona, non è più un uomo, e più è crudele, più è disumano. Questo 17enne dà spiegazioni pazzoidi, non era in sé. Se incrudelire è dell’animale e non dell’uomo, questo era fuori della condizione umana. Perdono è una parola difficile. Non usiamola. Ma pietà è una parola più facile, specialmente nella sua forma latina, “píetas”. Che significa pietà per lui e per noi, per la nostra condizione umana.