martedì 12 settembre 2017

La Stampa 12.9.17
Cento guardacoste di Tripoli
saranno addestrati dai Finanzieri
Mogherini: garantiranno anche il rispetto dei diritti umani
di Francesco Grignetti

Le critiche dell’Onu non scalfiscono i piani europei (di cui l’Italia è principale ispiratrice) e quindi sulla Guardia costiera libica si va avanti secondo programma. Nelle prossime settimane un centinaio di cadetti sarà ospite in una caserma italiana per il primo ciclo di istruzione a cura della missione europea Eunavformed-Sophia; a seguire, tra novembre e dicembre, quaranta di loro saranno a Gaeta, alla scuola di navigazione della Guardia di Finanza, per impratichirsi delle motovedette che l’Italia sta consegnando al governo di Tripoli.
Il ciclo di istruzione per i nuovi 100 cadetti della Guardia costiera libica ricalca un analogo corso per 93 cadetti, che sono stati addestrati nella primavera scorsa su navi militari italiane e inglesi. E a seguire, durante l’estate altri 40 hanno partecipato a corsi di formazione, parte in una base a Malta, parte in Grecia. Sono corsi di base per imparare i rudimenti della navigazione, le tecniche di avvicinamento e abbordaggio di uno scafo, le regole del diritto internazionale sul trattamento di migranti.
Il programma di far rinascere una Guardia costiera libica procede nonostante le critiche. L’idea di far fermare dai libici stessi i gommoni degli scafisti già sotto costa, piace molto ai governi europei (ieri Frontex ha certificato che gli sbarchi in Italia «a luglio sono diminuiti di oltre il 50% e ad agosto sono stati ulteriormente dimezzati rispetto al mese precedente») e anche alle autorità di Bruxelles. Di qui una risposta brusca della portavoce di Federica Mogherini all’Alto commissario Onu per i diritti umani, Zeid Ra’ad Al Hussein, che era stato assai critico nei giorni scorsi: «In Libia - ha puntualizzato la portavoce - lavoriamo sul terreno con l’Alto commissariato per i rifugiati e l’Organizzazione internazionale per le migrazioni per fare in modo che i migranti abbiano cure mediche» e «dialoghiamo con le autorità libiche affinché abbiano accesso ai centri di detenzione».
Il commissario Al Hussein era stato drastico sulla Guardia costiera libica: «Come le milizie sulla costa, anche le guardie costiere a volte picchiano, rapinano e persino sparano contro i migranti che intercettano. Ma alcune autorità europee minimizzano». Critiche respinte. La portavoce di Mogherini conferma anzi che si andrà avanti. «Siamo impegnati nella formazione di un centinaio di guardacoste libiche per fare in modo che gestiscano e accompagnino i migranti nel rispetto dei diritti umani». A breve saranno presentati anche i dettagli del meccanismo di monitoraggio sull’attività del personale addestrato con soldi europei.