il manifesto 9.13.17
Forze di pace in Ucraina. Merkel appoggia Putin
Ucraina. Se la missione funziona Berlino è pronta a rivedere le sanzioni contro Mosca e a invitare gli Usa a fare lo stesso
di Yurii Colombo
MOSCA
La missione dell’Onu che monitora la situazione in Ucraina, ieri ha
informato che dall’inizio dell’anno sono morti 41 civili nella guerra a
bassa intensità che si combatte nel Donbass tra le truppe dell’esercito
ucraino e quelle delle repubbliche ribelli indipendentiste. I soldati
rimasti uccisi si contano invece a centinaia, malgrado formalmente da
più di un anno nella regione viga il cessate il fuoco.
TUTTAVIA IN
QUESTE ORE qualcosa si sta muovendo per arrivare alla pace. Qualche
giorno fa Putin aveva lanciato dalla Cina la proposta di una risoluzione
Onu che preveda il dislocamento di una forza di pace al confine del
Donbass, un corpo di interposizione per rendere più agevole l’opera
della missione Ocse già attiva sul territorio. La proposta sembrava
essere caduta nel vuoto dopo che il presidente ucraino Poroshenko aveva
replicato di essere favorevole all’idea, a condizione che le truppe
fossero dislocate anche nel Donbass controllato dai «ribelli».
Poroshenko aveva inoltre chiesto che la Russia, in quanto « paese
aggressore» non partecipasse alla missione.
UNA CONTROPROPOSTA
indigeribile dal Cremlino. A smuovere le acque poi è arrivato l’inatteso
apprezzamento della Germania per l’iniziativa russa. E Putin ha preso
subito la palla al balzo per telefonare l’altro ieri a Merkel. La
cancelliera ha confermato l’interesse per la risoluzione russa a
condizione che la missione possa agire anche nel Donbass, come chiede
Kiev. Putin, a sorpresa, come ha informato in una nota il ministero
degli esteri si è dichiarato disponibile a emendare in quel senso la
risoluzione: «A conclusione del colloquio con Angela Merkel il leader
russo si è dichiarato disponibile a emendare la risoluzione russa…cioè
ad assicurare che la missione di pace possa condurre viaggi e ispezioni
in entrambe le linee del fronte».
A rendere ancora più
significativo il rinnovato dialogo tra Berlino e Mosca ci ha pensato il
ministro degli esteri tedesco Sigmar Gabriel, il quale poche ore dopo la
telefonata tra i due leader europei, ha dichiarato al Handelsblatt di
Dusseldorf che in caso di via libera Onu alla missione e di «tenuta» del
cessate il fuoco «verranno tolte le sanzioni». Gabriel si è dichiarato
convinto che «anche gli Usa a quel punto inizieranno a levare qualche
sanzione».
QUALE SARÀ LA POSIZIONE americana lo si saprà nei
prossimi giorni, per ora è sicuro invece che Kiev è stata presa in
contropiede dalla mossa di Putin. Pavel Klimkin, ministro degli esteri
ucraino ha reagito scompostamente alle parole del capo della diplomazia
tedesca richiamando «Gabriel a non flirtrare con la Russia» e sostenendo
che le «sanzioni dovranno essere cancellate solo quando gli accordi di
Minsk saranno adempiuti completamente».
Resterebbe aperta la
questione della partecipazione russa alla missione, a cui gli ucraini si
oppongono. Tuttavia anche su questo terreno Mosca sarebbe disposta a
cedere. «A patto che partecipino paesi alleati come la Bielorussia o
l’Armenia» si precisa al Cremlino. Una cosa è certa: la Germania non
vede l’ora di riprendere a commerciare a pieno ritmo con la Russia.
Prima dell’introduzione delle sanzioni l’interscambio annuo tra i due
paesi superava i 100 miliardi di dollari.
E oltre 6.000 aziende
tedesche – dal settore automobilistico a quello chimico – hanno filiali o
unità produttive in Russia. Un patrimonio che a Belino non vogliono
disperdere.