il manifesto 7.9.17
Macaluso: «La sinistra è al suo momento più basso. La Sicilia lo dimostra»
intervista di Alfredo Marsala
PALERMO
«Siamo di fronte a qualcosa di molto grave, non solo per la sinistra ma
per l’intero Paese, che sta andando verso lo sfascio. E in Sicilia
tutto questo si sta manifestando in modo netto. E’ uno dei momenti più
bassi della crisi del sistema politico italiano e della storia della
sinistra». E’ pessimista, Emanuele Macaluso, storico segretario del Pci
in Sicilia, analizzando la situazione politica e il quadro delle
alleanze che si è determinato nell’isola per il voto del 5 novembre.
Non pensa che la sinistra unita, almeno in Sicilia, attorno a Fava sia una novità?
Identificare
tutta la sinistra con i piccoli partiti Mdp e Sinistra italiana è la
conferma che la sinistra è ridotta a questo: siamo di fronte a un
problema drammatico. La sinistra in Italia e in Sicilia ha sempre avuto
partiti di massa con gruppi dirigenti e con la partecipazione di
intellettuali e operai: questa è storia. Mdp e Si sono piccole
formazioni identitarie, per me tutto questo è un segnale evidente di una
crisi di fondo.
Come giudica l’accordo tra Pd e Ap in sostegno del candidato Fabrizio Micari?
Non
è una iniziativa del Pd, qui la mano è di Leoluca Orlando che si muove
come un partito. Cento anni fa c’era il partito di Vittorio Emanuele
Orlando, ora c’è quello di Leoluca Orlando che ha vinto a Palermo, col
Pd che lo ha sostenuto ma in condizioni di debolezza; è stato Orlando a
proporre Micari, il Pd, che non è un partito ma un agglomerato, si è
limitato a sostenerlo. Si definiscono di centrosinistra solo perché ci
sono il Pd e Alfano, ma è tutto un agglomerato. Sono segnali dello
sfascio politico, questo è il mio giudizio e la mia amarezza. Qualcosa
di pesante e grave per la Sicilia.
Chi vede meglio Micari o Claudio Fava?
In
Sicilia le elezioni sono ormai segnate: è chiaro che Claudio Fava,
bravo compagno e brava persona, non può diventare presidente della
Regione e non ha chance neppure Micari, che non conosco e mi dicono sia
persona degna, anche se senza esperienza politica.
Vinceranno i 5stelle?
Non
vedo bene neppure i grillini, un gruppo raccogliticcio. Ho quasi la
certezza che vincerà la destra, che si è organizzata in modo cinico.
Gianfranco Miccichè diceva che Forza Italia non avrebbe mai sostenuto un
fascista alla Regione come Nello Musumeci e invece Berlusconi fa sapere
che andrà in Sicilia per fare campagna elettorale comprando addirittura
un palazzo: è una vergogna.
Destra, sinistra, centro inneggiano
alla «discontinuità» con il governo Crocetta. Anche lei ritiene che il
governatore sia la causa di tutti i mali?
Conosco la famiglia
Crocetta da tanti anni, una famiglia di comunisti, su questo non c’è
dubbio. La sua identità politica non è certamente assimilabile a quella
di Totò Cuffaro e Raffaele Lombardo (cosa che invece incredibilmente
sostengono sia Fava sia Prc, ndr). Crocetta è una brava persona, ma non è
stato messo in condizione di governare e non sarà ricordato per le cose
che ha fatto. Cinque anni fa si candidò come Crocetta, anche allora il
Pd aderì alla candidatura.
Insomma, il problema è il sistema?
Siamo
di fronte alla rottura del sistema dei partiti, la partecipazione e il
volontariato politico sono vicini allo zero. Tutto questo non interessa a
nessuno, quando tutti dovrebbero preoccuparsi proprio di questo
aspetto, perché i giovani che fanno politica sono davvero pochi.
Qual è il rimedio?
Servono
forze che facciano battaglie politiche vere e di massa, non ce ne sono
più da trent’anni per aumentare la cultura politica.
«Un bracciante siciliano aveva una cultura politica più alta di quella che oggi può avere un dirigente del Pd»
Un
bracciante siciliano aveva una cultura politica più alta di quella che
oggi può avere un dirigente del Pd. Il popolo non è preparato come un
tempo, è più vulnerabile perché non ci sono partiti che facciano
battaglie per una cultura di massa.
Ritiene che il progetto di Pisapia possa rappresentare la svolta?
Aveva
cominciato bene, dicendo che bisognava fare il centrosinistra per
radunare le forze che sono fuori dal Pd e che non hanno una casa
politica. Mi sembrava un approccio positivo, anche perché aveva detto
che a lui non interessa candidarsi ma dare un senso alla sua battaglia:
unire il Pd alla sinistra per dare al partito democratico un ruolo che
non riesce ad avere. Non so se questo disegno può andare avanti. In
Sicilia non è avvenuto, non credo che nazionalmente il progetto di
Pisapia sia recuperabile.