il manifesto 6.9.17
Arrestati quattro militari membri del neonazista National Action
Gran
Bretagna. Cresce l'allarme per la presenza nei ranghi dell'esercito di
suprematisti bianchi. Il gruppo mescola riferimenti al fascismo locale a
quelli più esplicitamente nazisti, antisemiti e omofobi. Diverse le
aggressioni e le minacce
L'uomo che uccise Joe Cox faceva riferimento alla National Action
di Guido Caldiron
L’intelligence
britannica seguiva le loro mosse da tempo e ha deciso di bloccarli
quando ha capito che potevano essere sul punto di passare all’azione.
In
una operazione combinata dell’esercito, dei servizi di sicurezza
interni e della polizia, quattro appartenenti alle forze armate sono
stati arrestati ieri in diverse località dell’Inghilterra centrale
perché sospettati di far parte del gruppo neonazista National Action,
sciolto nel dicembre dello scorso anno dalle autorità di Londra in base
alla legislazione antiterrorismo.
Dopo la minaccia jihadista, la
Gran Bretagna torna così a scoprire il pericolo del terrorismo interno
di matrice suprematista, spesso colpevolmente sottovalutato.
Originari
rispettivamente di Birmingham, Powys, Ipswich e Northampton, tre
compresi tra i 22 e i 24 anni, uno di 32, gli arrestati prestano tutti
servizio in una unità dell’esercito e avrebbero dimestichezza sia con le
armi che con gli esplosivi, anche se non è ancora chiaro se oltre al
materiale di propaganda neonazista, la cui presenza è già stata
confermata, nelle loro abitazioni siano stati trovati anche elementi che
possano far pensare alla costruzione di ordigni.
Rifiutandosi di
commentare ulteriormente l’indagine un portavoce del British Army ha
dichiarato che «l’intelligence militare ha partecipato all’inchiesta».
Già
prima di questi arresti, la stampa locale aveva lanciato l’allarme
sulla possibile presenza di neonazisti e suprematisti bianchi tra i
ranghi dell’esercito, già registratasi in passato, mentre un’inchiesta
condotta la scorsa primavera dalla rete televisiva Itv aveva rivelato
come malgrado la messa al bando, la National Action avesse continuato ad
organizzare, in particolare nei dintorni di Londra, dei “campi” di
addestramento per i propri aderenti.
Segnalatasi inizialmente
nelle università a partire dal 2013, la National Action mescola
riferimenti al fascismo locale, in particolare alla figura di Oswald
Mosley, a quelli più esplicitamente nazisti, antisemiti e omofobi.
Mentre il profilo di “avanguardia” violenta rivendicato dai suoi membri
non ha tardato ad emergere, anche grazie a diverse aggressioni e minacce
in cui il gruppo è stato coinvolto.
A questa formazione faceva
riferimento anche Thomas Mair, l’uomo che è stato condannato
all’ergastolo per aver ucciso lo scorso anno la parlamentare laburista
Jo Cox a pochi giorni dal voto sulla Brexit e che ha sostenuto di aver
agito per difendere la supremazia della razza bianca e in odio agli
stranieri.
Secondo il ricercatore Gerry Gable, già responsabile
della rivista antifascista Searchlight, il gruppo godrebbe inoltre di
finanziamenti provenienti dal neonazismo statunitense e starebbe
cercando da tempo «dei giovani pronti anche a morire in nome dell’odio
razziale».