il manifesto 6.9.17
Incubo “Dreamers”, con Trump 800 mila americani a rischio
Il
"falco" dell'amministrazione Jeff Sessions annuncia la fine del «Daca»,
il programma di Obama per i migranti arrivati da bambini e cresciuti
negli Stati uniti. Nei giorni scorsi gran via vai di consiglieri alla
Casa bianca. Alla fine ha prevalso l’ala più estremista. La reazione
dell'ex presidente: «Colpire questi giovani è sbagliato e crudele, non
hanno fatto niente di male»
di Marina Catucci
NEW
YORK Donald Trump ha deciso alla fine di chiudere il programma di Obama
sull’immigrazione, il Daca (Deferred Action for Childhood Arrivals),
che proteggeva gli immigrati irregolari arrivati negli Stati uniti da
bambini, al seguito dei i propri genitori, che erano immuni dalle
espulsioni e, da adulti, avevano ottenuto il permesso di lavoro. L’idea
era che questi bambini cresciuti in America, immersi in questa cultura,
sono a tutti gli effetti americani, Dreamers, sognatori, li aveva
chiamati Obama.
«Sono americani nel cuore, nello spirito, in ogni
altro modo a eccezione di uno solo, i documenti», ha reagito l’ex
presidente Usa, definendo «crudele» la decisione. Un «autogol», ha
rincarato Obama in serata: «Colpire questi giovani è sbagliato, non
hanno fatto nulla di male. Vogliono avviare nuove imprese, lavorare nei
nostri laboratori, servire nelle nostre forze armate…».
ORA,
INVECE, TRUMP ha chiesto al Congresso di sostituire il programma Daca
con una nuova legge entro il 5 marzo 2018. A comunicarlo non è stato
Trump, ma il procuratore generale Jeff Sessions, con un annuncio
brevissimo dopo il quale non ha accettato domande.
La Casa Bianca
quindi non accetterà nuove richieste di protezione sotto il Daca, ma al
momento gli attuali 800mila iscritti del programma non corrono rischi
immediati di deportazione in paesi che di fatto non conoscono, e dopo
aver dato volontariamente i propri dati all’amministrazione precedente,
quella attuale li sta usando come elenco di deportazione che smembra
famiglie e interrompe percorsi di vita.
Il provvedimento è stato
definito il più crudele della presidenza Trump fino ad ora, e tuttavia
la mossa del presidente che fa inorridire la sinistra e la destra
moderata, è probabile che sia accolta con scetticismo da molti dei
sostenitori più conservatori di Trump, che volevano non un rinvio al
Congresso, ma la fine definitiva di quello che è considerato un abuso da
parte di Obama.
UNA SOLUZIONE CONTROVERSA che scontenta tutti, in
pratica, e spacca ulteriormente il Partito repubblicano, già diviso
dalla battaglia che è stato il voto fallimentare sull’Obamacare.
Non
è nemmeno chiaro, infatti, se il Congresso controllato dai repubblicani
sarà disposto a votare per annullare o meno il Daca; anche nei
dibattiti più aspri dell’ultimo decennio, i bambini portati illegalmente
negli Stati uniti, che hanno studiato o sono diventati militari, hanno
sempre attirato più empatia che critiche. In questi giorni in cui il
Texas è devastato dal passaggio dell’uragano Harvey, per la posizione
geografica di questo Stato di confine si sono visti molti Dreamers nei
vari corpi di soccorso, mettere la propria vita a rischio per salvare
quelle dei texani, o perderla, come nel caso di Alonso Guillen, nato in
Messico è cresciuto in America, la cui barca si è capovolta mentre stava
salvando i sopravvissuti delle inondazioni nella zona di Houston.
ORA,
INVECE, chi non è già protetto dal programma è a rischio, chi ha un
permesso Daca che scade tra oggi e il 5 marzo 2018, può richiedere un
rinnovo ma solo di due anni; per altri, lo status giuridico termina già
il 6 marzo 2018. «Non è chiaro cosa significhi ritardare questo
provvedimento di sei mesi – ha detto al New York Times Mark Krikorian, a
capo del Centro per gli studi sull’immigrazione -. Trump è stato tirato
in molte direzioni diverse, e siccome non ha nessuna ideologia forte, o
una vera conoscenza del problema, finisce per non sapere cosa fare».
LA
PRIMA REAZIONE politicamente pragmatica è arrivata dal governatore
democratico dello stato di New York, Andrew Cuomo, secondo il quale lo
Stato della Grande mela difenderá i suoi Dreamers e porterà in tribunale
la decisione di Trump. Intanto sono state organizzate manifestazioni in
tutti gli Stati uniti, sin dalla mattina si sono visti picchetti di
centinaia di persone davanti alla Casa Bianca, sotto le Trump tower
sparse in tutta America. Una veglia era stata fatta durante la notte
sotto casa di Ivanka Trump e di suo marito e consigliere del presidente,
Jared Kushner, e altre più grosse manifestazioni sono attese in serata.
«ERA
UN DISASTRO annunciato – dice William, avvocato newyorchese che ha
preso un giorno libero per manifestare sotto la Trump tower -. Trump
deve dare un segnale ai suoi, non ha mantenuto nessuna delle promesse
elettorali, forse non riuscirà a costruire nemmeno un metro di muro col
Messico. Questa è una mossa più facile per dimostrare fedeltà alla
propria base, fa niente che sia crudele, inutile ed economicamente
dannosa».
In effetti il fine settimana di Trump ha visto un via
vai di consiglieri avvicendarsi e ha prevalso l’ala più estremista,
capeggiata proprio da Jeff Sessions, in disperato bisogno di tornare tra
le grazie del presidente dopo le frizioni legate alle indagini sul
Russiagate nelle quali era troppo coinvolto.
OGNUNO ha,
evidentemente, una serie di personali ragioni di credibilità che lo
portano ad affrontare e ad usare come mezzo il Daca. Come se migliaia di
vite non ne venissero coinvolte.