sabato 2 settembre 2017

il manifesto 2.9.17
Sicilia, incubo centrodestra. E Micari perde quota
Regionali. Tensione in Ap. La palla a Renzi, che ha incontrato Crocetta. Ma i dem prendono tempo. Anche Tabacci (Campo democratico) chiede le pimarie. Ma il rettore non ci sta
di Alfredo Marsala

Dieci anni cancellati con uno scatto. Un’istantanea che fa ripiombare la Sicilia in un trapassato che sembrava sepolto negli archivi politici. La foto della restaurazione del centrodestra, che ritrova l’unità attorno al candidato governatore Nello Musumeci, riporta indietro le lancette dell’orologio come se nulla fosse successo. Una immagine plastica che sta facendo tremare i polsi al Pd, intrappolato in una discussione infinita sul candidato e sulla coalizione e che ha allontanato la sinistra che a fatica sta cercando a sua volta l’unità. E che preoccupa soprattutto chi, come i piddini Beppe Lumia e Antonello Cracolici, otto anni fa riuscì, con un’operazione di bisturi politico, a rompere il fronte del centrodestra facendo leva sul Mpa di Raffaele Lombardo, e a distruggere quella macchina da guerra che nel 2001 aveva consentito a Silvio Berlusconi e ai suoi alleati di conquistare alle politiche 61 seggi nell’isola, lasciando a zero un centrosinistra con le ossa rotte e comatoso.
MA QUESTA SEMBRA preistoria. Ci sono proprio tutti nella foto del revival: mancava solo Totò Cuffaro anche se c’erano i suoi. Volti di cera di una vecchia classe dirigente che ritorna e sogna i fasti di 16 anni fa: Renato Schifani, Ignazio La Russa, Gianfranco Miccichè, Saverio Romano. Ma ci sono anche politici rimasti in questi anni nelle retrovie e che ora si ritrovano nella falange di Musumeci, pronta a disarcionare le truppe avversarie: ex missini e An in prima linea che fanno pendere la coalizione decisamente verso destra per la gioia di Giorgia Meloni, Francesco Storace e Matteo Salvini.
Nella coalizione ci sono Forza Italia, Lega, Fdi, Udc, Cantiere popolare (ex cuffariani), Cdu, autonomisti del Mpa, alcuni movimenti tra cui quello dei ‘sicilianiIndignati’ di Gaetano Armao, pupillo di Berlusconi e vice governatore in pectore. In extremis è stato recuperato anche Roberto Lagalla, l’ex rettore di Palermo, che fu assessore nel governo Cuffaro e di recente cooptato nel Cnr in quota Pd; doveva essere proprio Lagalla il candidato del centrosinistra prima del patto Renzi-Alfano in un progetto di grosse koalition che doveva tenere dentro centrosinistra e centrodestra per sconfiggere i 5stelle. Gli ex cuffariani sono riusciti a riportare l’ex rettore di Palermo, da mesi in giro per l’isola con il suo movimento ‘IdeaSicilia’, nell’alveo che gli appartiene.
AL GRUPPO POTREBBERO associarsi anche pezzi di Ap in dissenso con la linea di Alfano, soprattutto ex An. Al partito non piace il nome di Fabrizio Micari e per tamponare i malumori crescenti Alfano ha nominato Giovanni La Via responsabile della campagna elettorale anche se i suoi pressano per un ticket proprio tra il rettore e l’eurodeputato; Ap ha rilanciato la palla a Renzi, aspetta che il Pd ufficializzi il candidato prima di pronunciarsi. Al Nazareno però prendono tempo. Il problema è tenere dentro Rosario Crocetta: a prendere l’impegno col governatore su una soluzione condivisa è stato Renzi in persona, nel corso di un colloquio col presidente della Regione, tenuto segreto ma sul quale il manifesto trova conferme. I renziani vorrebbero coinvolgere il presidente nel progetto ma il governatore, che non vuole rompere col suo partito, rimane fermo sulla sua posizione: «Facciamo le primarie». E fa l’ennesimo appello, stavolta rivolgendosi anche alla sinistra. «Per amore dell’unità non ho riproposto l’automatismo della mia ricandidatura, ma il percorso per un confronto unitario e democratico su programmi e candidati – osserva Crocetta –  Questo percorso, nella mia proposta, si concretizza con le primarie da svolgersi il 17 settembre». E «mi addolora pensare che le forze a sinistra del Pd abbiano già scelto un percorso separato. Ho sempre pensato all’unita come un grande valore – prosegue Crocetta – Io non ho mai detto ’o me o nessun altro’. Ho detto: confrontiamoci, diciamocele tutte, rimarchiamo le nostre diversità, ma diamo un senso forte a ciò che ci unisce: il sogno di liberazione della Sicilia, bloccando il ritorno dei potenti di sempre al governo della regione o che la regione finisca in mano di soggetti incapaci di ogni azione di governo».  «Unità, unità, unità dentro un percorso di primarie democratiche. spero tanto  che la sinistra aderisca», conclude.
UN APPELLO SUBITO raccolto da Bruno Tabacci, leader del centro democratico che ha aderito al Campo progressista di Pisapia. «L’unità del centrosinistra, indispensabile per scongiurare il pericolo populista grillino o della destra sovranista di Musumeci-Meloni-Salvini, venga attraverso le primarie di coalizione».
Primarie su cui c’è un’apertura anche da parte di Ap, pronta a schierare La Via, mentre il no ai gazebo arriva proprio dal candidato ufficioso , il rettore di Palermo Fabrizio Micari, pronto a tirarsi indietro perché liquida come «una questione di partiti» le consultazioni pre-elettorali.