il manifesto 24.9.17
Estrema destra verso il Bundestag, la rabbia arriva dalle regioni dell’Est
Intervista
al politologo Hendrik Träger. «L’AfD raccoglierà tra il 10 e il 12%
prendendo voti da tutti gli altri partiti, ad eccezione dei Verdi. Nelle
regioni orientali anche da molti ex elettori della Linke»
di Guido Caldiron
Se
la vittoria di Angela Merkel appare scontata, la peggiore sorpresa
delle elezioni tedesche potrebbe arrivare da una forte affermazione
dell’Alternative für Deutschland, il partito xenofobo e nazionalista che
stando ai sondaggi dovrebbe non solo superare la soglia di sbarramento
del 5%, ma volare senza problemi anche al di là del simbolico 10% dei
consensi, divenendo così la terza forza politica del paese e riportando
per la prima volta l’estrema destra nel Bundestag dopo la fine della
Seconda guerra mondiale. Una prospettiva inquietante su cui in queste
ore riflettono studiosi e opinionisti come il politologo dell’Università
di Lipsia, Hendrik Träger che da anni studia i flussi elettorali e la
crescita delle destre.
L’AfD oltre il 10%? Lo crede possibile e su quali basi può accadere?
Solo
un mese fa non avrei mai detto che l’AfD avrebbe raggiunto un numero a
due cifre, ma ora penso che raccoglierà tra il 10 e il 12%. Quanto ai
motivi che rendono probabile un tale risultato per un partito che è
soggetto a oscillazioni costanti nelle intenzioni di voto a seconda che i
suoi temi favoriti siano o meno al centro del dibattito pubblico, è
facile individuarli. Da tempo la scena pubblica, specie quella
mediatica, è dominata dallo scontro sulla politica nei confronti dei
rifugiati, il diritto d’asilo e l’Islam: perciò loro guadagnano
consensi.
Dall’apertura ai rifugiati di Merkel, nel 2015, le cose
sono però cambiate molto, davvero questo tema ha ancora tanta presa
sull’elettorato?
Secondo diverse indagini, è ancora la questione
dominante per moltissimi tedeschi. Già due anni fa i timori di fronte
all’arrivo di 1 milione di rifugiati sono risultati determinanti per la
crescita spettacolare dell’AfD, ora la sfida si è spostata sul modo in
cui si può integrare chi è venuto in Germania. E gli esponenti di questo
partito usano toni allarmanti e strumentalizzano vicende tragiche come
gli attacchi di Manchester e Londra per diffondere paura e sospetti.
Anche la crescita delle disparità sociali aiuta l’estrema destra?
In
realtà credo che questo partito sia scelto solo in misura molto
marginale dagli elettori per ciò che propone, quanto piuttosto per
esprimere l’insoddisfazione e il rifiuto verso il resto delle forze
politiche. Lo si capisce bene se si osserva la provenienza dei voti che
oggi vanno all’AfD e che arrivano da tutti gli altri partiti, ad
eccezione dei Verdi. Addirittura, nelle regioni orientali ha anche
attratto molti ex elettori della Linke. Per questa eterogeneità dei suoi
consensi sento di poter dire che il partito non ha davvero bisogno di
definire le proprie proposte, basta che dica «oggi le cose vanno di
merda, noi faremo tutto il contrario» e si presenti come un’«alternativa
al sistema». Per molti basta questo per votarlo.
Xenofobia e rifiuto della «vecchia politica», cosa altro emerge dal ritratto-tipo dell’elettore dell’AfD?
Un
recente studio della Fondazione Böckler spiega come «il disagio» sia il
fattore più importante che spinge la gente a votare AfD; ad esempio i
lavoratori manuali e i disoccupati che si sentono minacciati dall’arrivo
degli immigrati. Ma ha pesare di più è una più generale sensazione di
«indignazione». Chi sostiene l’AfD sente spesso di occupare un livello
basso nella scala sociale, ma ciò che lo fa soffrire di più è il
sentimento di non poter cambiare le cose: per questo è arrabbiato. Il
mondo sempre più complesso in cui vive sembra sfuggirgli al punto che
più d’uno tra gli intervistati per questa indagine, ha risposto: «Quello
che succede a me è deciso altrove nel mondo». Molti elettori sembrano
convinti che tutto stia peggiorando, la loro condizione personale come
quella dell’intero paese.
Quanto peseranno le differenze sociali e
politiche tra le regioni orientali e quelle occidentali del paese nel
risultato di questo partito?
La Germania conta 62 milioni di
elettori, 13 milioni dei quali vivono all’est, in regioni come la
Sassonia-Anhalt dove l’AfD solo lo scorso anno ha eletto ben 25
parlamentari. Solo che il peso di questo voto orientale, che è frutto
della grande distanza che ancora si può riscontrare tra est e ovest,
stavolta peserà sugli equilibri nazionali. E, forse, in modo decisivo.