il manifesto 24.9.17
Populismo e astensione, ma comunque Merkel
Germania
 oggi al voto. La cancelliera verso il quarto mandato consecutivo. 
Schulz in recupero nei sondaggi. Meno donne in lista, solo Linke e Verdi
 fanno eccezione. Nel prossimo parlamento caleranno dal 37% al 31,7%
di Sebastiano Canetta
BERLINO
 Oggi la Germania elegge il nuovo Bundestag. Urne aperte dalle 8 alle 18
 per 60,5 milioni di tedeschi attesi nelle 299 circoscrizioni della 
Repubblica federale. Per tre milioni di cittadini sarà il primo voto 
nazionale, mentre rimane incalcolabile il peso dell’astensione. L’unico 
dato acquisito è che il prossimo Parlamento avrà molte meno donne di 
quello attuale.
Secondo gli ultimi sondaggi il quarto mandato da 
cancelliera di Angela Merkel appare solo questione di ore, anche se lo 
sfidante Spd Martin Schulz ieri veniva segnalato in recupero.
SULLA
 CARTA spiccano le «forbici» dei 6 partiti (sul totale di 42) destinati a
 superare lo sbarramento parlamentare del 5%. Nei test dei vari 
istituti, l’Union Cdu-Csu risulta fra 34 e 36%, la Spd da 21 a 22%, Afd 
11-13% mentre la Linke oscilla tra 9,5 e l’11%. I liberali vengono 
rilevati al 9-9,5%, i Verdi contano il 7-8%.
Nell’ipotetica sfida 
diretta Merkel-Schulz, «Mutti» vincerebbe 45 contro 32% – secondo la 
misurazione Emnid pubblicata su Bild am Sonntag – il miglior piazzamento
 del candidato Spd dalla sua nomina a leader del partito. Appena un mese
 fa il distacco tra i due era di 51 a 22%, ma l’attuale distanza appare 
comunque incolmabile.
«Stiamo combattendo fino all’ultimo minuto 
per impedire il successo di Afd. Per la prima volta dal 1945 corriamo il
 rischio che entri in Parlamento la “tomba” della democrazia» ha 
scandito ieri Schulz dal palco di Aquisgrana di fronte a 4 mila persone,
 chiudendo l’ultimo comizio prima del voto.
Mentre Merkel – reduce
 dai fischi nel tour elettorale di Monaco – da Berlino spiegava ai 
Giovani Cdu come «molti elettori decidono all’ultimo momento», prima di 
concludere la campagna a Greifswald, in Mecleburgo-Pomerania, nel suo 
collegio elettorale, dove la Cdu venne sconfitta da Afd alle regionali 
di settembre 2016. Proprio il voto nei sei Land dell’ex Ddr – roccaforte
 dei populisti ma anche primo bacino della Linke – sarà più che 
fondamentale.
NONOSTANTE LE DONNE siano la parte più consistente 
dell’elettorato (31,7 milioni contro il 29,8 di uomini) nelle liste dei 
partiti tedeschi sono sempre meno rappresentate. Solo Linke e Verdi ne 
valorizzano la presenza sulla scheda elettorale: nella Sinistra spicca 
il 51% di candidate, tra i Grünen salgono a quasi il 54%. Un abisso 
rispetto ai liberali (23% circa), cristiano-sociali (27%) e alla Cdu 
della «ragazza dell’est» e «mamma» Merkel che lascia solo il 39,8% dei 
posti alle cristiano-democratiche. La quota-rosa dei socialdemocratici 
di Schulz corrisponde al 40,8%, mentre tra i candidati Afd la presenza 
femminile – con buona pace della candidata Alice Weidel – è ridotta al 
lumicino del 12,8%.
Il risultato è che il 37% di parlamentari 
donne dell’attuale legislatura da domani si ridurrà al 31,7%. Non 
proprio un bel biglietto da visita per il nuovo Parlamento.
TUTTI 
ALLE URNE? Il trend è certo pan-europeo, ma l’astensione è diventata un 
vero e proprio caso politico nella Grosse Koalition.
«Meglio non 
votare affatto, piuttosto che votare per Afd» si era lasciato sfuggire 
martedì scorso Peter Altmaier, capo della cancelleria, ministro per gli 
affari speciali, e soprattutto braccio destro di Angela Merkel; prima di
 precisare: «Afd divide il Paese sfruttando le paure della gente: un 
voto per loro non è giustificato».
Immediata la replica del 
collega Cdu Thomas de Maizière, ministro dell’interno e primo garante 
delle elezioni: «Nein: ciascuno deve esercitare il proprio diritto di 
voto e presentarsi alle urne», così come la secca risposta del 
capogruppo Spd al Bundestag Thomas Oppermann: «Consiglio sbagliato».
A
 mettere la parola fine all’incidente è stata proprio Merkel con 
l’invito via radio 1Live ad «andare a votare per i partiti che 
rispettano la Costituzione» seguita da Schulz che ha precisato: «Più 
alta sarà l’affluenza, più bassa la possibilità dell’estrema destra di 
entrare in Parlamento».
IN PARALLELO, da Berlino a Colonia, da 
Amburgo a Monaco, massima attenzione di tutti i candidati sul voto 
postale, modalità di espressione sempre più utilizzata dagli elettori 
tedeschi: le preferenze via lettera (attraverso Deutsche Post) sono 
aumentate in maniera esponenziale: erano il 9,8% nel 1990, sono 
diventate il 24,3% nel 2013, oggi potrebbero essere una parte ancora più
 rilevante sul totale dei consensi.