il manifesto 16.9.17
La verde sbotta: imbarazzante, troppi maschi alle riunioni di Insieme
Sinistre/Il caso. Anche sull’attacco sessista a Boldrini Pisapia riconosce le scarse difese da sinistra
di Daniela Preziosi
«19
uomini e 1 donna, l’imbarazzante riunione tra Campo progressista e
Mdp». Ieri un post dell’ambientalista Luana Zanella sul sito verdi.it ha
messo nero su bianco un problema – un altro – della sinistra italiana
che cerca di aggregarsi intorno a Giuliano Pisapia e alla Ditta degli ex
Pd. Un problema infinitamente più grande delle turbolenze della linea
politica. Ci sono troppi maschi nelle prime file, anzi ci sono quasi
solo maschi: Pisapia, Bersani, D’Alema, Speranza, Scotto, Rossi,
Smeriglio, Ferrara. Allargando all’ormai mitologico «campo largo» della
sinistra-sinistra, il genere non cambia, eccezion fatta per Anna
Falcone, cofondatrice dell’Alleanza popolare nata al Brancaccio.
Quanto
a Insieme, alla riunione di martedì scorso c’era una sola donna. Su
venti. La fortunata, si fa per dire, era Cecilia Guerra, capogruppo Mdp
al senato, una combattente sui temi dell’uguaglianza, soprattutto sul
lavoro, e della differenza. «Sosteniamo le donne, mandiamole avanti»,
ripete a ogni riunione. Ma la questione, evidentemente, non è
«prioritaria» fra i colleghi. E dire che in Mdp c’è Roberta Agostini, ex
responsabile delle donne del Pd, posto rimasto vuoto da quando lei lo
ha lasciato. E c’è Giovanna Martelli, ex delegata alla parità del
governo Renzi che ha sbattuto la porta di governo e Pd stanca di
combattere contro «la troppa indifferenza».
E ora, in Insieme, la
nuova formazione politica in progress? Torniamo al post di Zanella: «A
fronte di un protagonismo femminile», scrive, «le forze politiche che
aspirano al radicale cambiamento dell’esistente, non possono procedere
senza tenerne conto. Devono assumere l’urgenza di uscire da metodi,
linguaggi e forme di una politica di origine patriarcale ormai al
tramonto». Nel loro statuto i verdi prevedono la presenza paritaria di
donne e uomini in tutti gli organismi (hanno anche due portavoce, un
uomo e una donna). E Zanella, pure contenta del risultato della
riunione, spiega che la composizione della delegazioneera «infelice ed
anacronistica». «Il problema c’è», spiega Roberta Agostini, «sui
territori la discussione è aperta, senza un punto di vista femminile non
nasce nessuna sinistra all’altezza del suo compito». Ma al ’centro’ non
si passa. E il colpo d’occhio martedì era così d’antan («una riunione
di soli uomini», li ha sfottuti il dem Orfini) che anche Pisapia ha
sbottato: «A parte Cecilia, mai più riunioni così, la prossima volta più
donne». «No, meno uomini», gli ha risposto lei.
Oggi l’ex sindaco
a Milano convoca le sue Officine. E i giovani organizzatori giurano che
fra loro la presenza di donne è alta. Perché, spiega Mapi Pizzolante,
«fare un nuovo progetto politico per il paese significa innovare
pratiche e liturgie. E senza la differenza, e quella di genere è solo
una delle differenze necessarie, è impossibile: che si tratti di
riunioni o di iniziative». Eppure la settimana scorsa in una riunione a
porte chiuse dell’area Pisapia, presente Laura Boldrini, c’è chi ha
denunciato l’eccesso di timidezza dei «compagni» – leggasi mutismo – nel
difendere la presidente della Camera, al centro di feroci attacchi
sessisti su web e stampa, «sono stati molto più reattivi quelli e quelle
del Pd». «La battaglia di Laura è la mia», ha dichiarato Pisapia
qualche giorno dopo al Corriere. Ammettendo implicitamente l’errore.