il manifesto 14.9.17
Delrio: stop a Ius soli è un atto di paura. I renziani lo zittiscono subito: sbagli
Pd&Migranti. Sulla manovra Mdp avverte: se Alfano detta la linea noi non reggeremo il moccolo
di Massimo Franchi
Lo
stop allo Ius Soli si porta dietro strascichi sia tra i rapporti
all’interno della maggioranza che dentro il Pd. Ed è ancora una volta
l’ala cattolica fra i Dem a distinguersi sul tema. Ieri le parole più
dure sono arrivate dal ministro Graziano Delrio in un’intervista – non a
caso – al tg di Tv2000, l’emittente della Cei. Per Delrio il
dietrofront del Senato sullo ius soli è «certamente un atto di paura
grave. Abbiamo bisogno di non farci dominare dalla paura. Questa – ha
aggiunto – è una legge di civiltà e diritti. Uno sguardo diverso verso
l’immigrazione significa anche riconoscere ai bambini nati qui i loro
diritti». Nonostante un vago riferimento all’impegno «del capogruppo a
trovare i voti», il messaggio è chiaro: «Ultimamente – ha proseguito
Delrio – è stato creato un clima molto grave, sono state utilizzate
parole sbagliate, è stata sparsa benzina: oggi tocca ai migranti, domani
può capitare a nemici politici o persone diverse».
Una uscita che
ha fatto infuriare i renziani – mentre il capo rimane in silenzio – che
evidentemente a Delrio non hanno ancora perdonato il fuorionda in cui
criticava il segretario «per non aver fatto neanche una telefonata per
evitare la scissione». Tocca all’ineffabile duo di parlamentari Andrea
Marcucci e Franco Mirabelli tirare per le orecchie il ministro.
“Dispiacciono le parole del Delrio. Il ministro sa bene che per il
gruppo del Pd al Senato il provvedimento rimane prioritario e sa
altrettanto bene che portarlo in aula in questi giorni avrebbe
significato affossarlo perchè non c’erano i numeri».
Dal Nazareno
nel frattempo «fonti» si precipitano a sottolineare come «la posizione
del Pd sullo ius soli è nota ed è pienamente in sintonia con il
governo». Insomma, sull’immigrazione le acque nel Pd si stanno –
finalmente – agitando.
Conseguenze allo stop allo Ius Soli
potrebbero esserci sulla legge di bilancio che sta per arrivare. La pace
con Pisapia infatti non ha fatto abbassare i toni degli esponenti di
Mdp contro la sordità del governo alle istanze «da svolta sociale».
L’avvertimento lo fa Alfredo D’Attorre: «Se questi sono i frutti
avvelenati del rinnovato fidanzamento tra Renzi e Alfano, nessuno può
pensare che noi staremo lì a reggere il moccolo. Per Mdp varrà dunque il
“liberi tutti”, non saremo corresponsabili di una conclusione insensata
della legislatura», avverte.