mercoledì 6 settembre 2017

Il Fatto 6.9.17
“Giuliano vuole solo il potere, ora dica con chi sta”
Tomaso Montanari. Lo storico dell’arte: “Afferma tutto e il suo contrario, siamo alle ‘convergenze parallele’ di Aldo Moro”
di Luca De Carolis

“È tempo che Pisapia faccia chiarezza. Ripete di voler essere alternativo al Pd ma pure di voler stare assieme al Pd. Parole degne delle convergenze parallele di Aldo Moro: ma quello era uno statista…”. Tomaso Montanari, storico dell’arte, docente e voce dei comitati del No, si dice stufo degli equilibrismi dell’ex sindaco di Milano.
In Sicilia Pisapia va con Alfano e Renzi, mentre Mdp rimane con il suo candidato, Claudio Fava. Eppure l’ex sindaco e Roberto Speranza assicurano che il “percorso unitario” prosegue. Paradossale, o no?
Il primo aspetto che mi colpisce è la forma, questo linguaggio da azzeccagarbugli in cui non si capisce nulla. Oggi (ieri, ndr), come si è visto in un video su Repubblica.it, Pisapia è uscito da una riunione dicendo: “Non si sa se il progetto va avanti”. Ossia, una cosa durissima. Poco dopo però in una nota ha scritto che il progetto continua.
Magari nel frattempo c’è stato un chiarimento.
Non si può dire tutto e il contrario di tutto. Questo “maanchismo” veltroniano allontana gli elettori. Ormai i comunicati dei politici, soprattutto di sinistra, vanno decifrati.
Perché parlano così?
La parola chiave, anche nel comunicato di oggi di Campo progressista, è “vincente”. Ovvero, il fine è il potere, il governo, e va raggiunto con qualsiasi mezzo. Io non dico che bisogna voler perdere, ma la vittoria non può essere un fine in sè. Conta quello che vuoi fare. Eppure a Pisapia va bene Renzi, e ora gli va bene anche Alfano.
È così inaccettabile?
Io ricordo quello che ha detto Rosy Bindi alla festa del Fatto, venerdì scorso: allearsi con Alfano in Sicilia è particolarmente grave. Non sono affatto sicuro che lui sia meglio del candidato del centrodestra, Nello Musumeci.
Campo progressista le obietterebbe che Pd e Ap sono già assieme nella coalizione del sindaco Leoluca Orlando, a Palermo.
Le personalità contano. Orlando è una figura di garanzia, anche sul piano morale. Mentre il candidato di Pd, Ap e Pisapia, Fabrizio Micari, come prima cosa ha detto che non si dimetterà da rettore di Palermo. Ma ci vuole senso dello Stato, della cosa pubblica.
Ma che conseguenze avrà questo strappo sulla Sicilia per i comitati del No? Lavorerete solo con Mdp?
La nostra posizione rimane quella espressa al teatro Brancaccio a Roma, mesi fa: nessun veto sulle persone, ma chiunque voglia stare in un certo fronte deve puntare a un cambiamento radicale di rotta. Io non dico se bisogna stare o meno con Mdp: sono le cose da fare a decidere se bisogna stare assieme o no. E poi Articolo 1 deve chiarire se ha tagliato il cordone ombelicale col Pd, e se rinuncia alla voglia di riprendersi il partito.
E Pisapia, è perduto nelle larghe intese?
Doveva essere il federatore della sinistra, ma a me pare che voglia solo federarla al Pd, un partito che non è più nemmeno di centro. Come ci si può alleare con chi ha ossificato la giustizia sociale?