domenica 3 settembre 2017

Il Fatto 3.9.17
Il Nazareno è ritornato e la sinistra non si unisce
di Antonio Padellaro

Le sbandate dell’accozzaglia referendaria dicono che non esiste alternativa a un incontro Renzi-Cav.
Giuliano Ferrara. Il Foglio

Alla Festa del Fatto il pm Nino Di Matteo ci ha ricordato che “mentre Dell’Utri veniva condannato per concorso esterno come tramite della stipula e poi del mantenimento di un accordo fra Silvio Berlusconi e le famiglie mafiose più potenti di Palermo, l’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi discuteva proprio con Berlusconi su come riformare la Costituzione”. E che oggi quello stesso Berlusconi “è un attore importante tra i principali della politica italiana”. Infatti, di un futuro patto di governo Renzi-Berlusconi si parla apertamente, auspicato da molti (non solo Ferrara) come la soluzione più giusta per l’avvenire del Paese. È come se avessimo estratto da un perfido Monopoli politico quel cartellino rosso che dice: fate tre passi indietro con tanti auguri. Riprecipitando nel più orribile passato che pensavamo non potesse tornare più: quello appunto del presidente-padrone, delle leggi vergogna, dei patti criminali tra mafiosi e politici. Ma il peggio è che un simile allucinante scenario venga considerato con quasi divertita indifferenza (nel migliore dei casi) dal resto della politica. Innanzitutto dal Pd renziano che ha tutto l’interesse a tenere coperte le carte in campagna elettorale per poi scoprirle il giorno dopo i risultati delle politiche. Mentre non ci aspettiamo reazioni particolari dal Movimento 5 Stelle visto che ha costruito la sua fortuna elettorale sul proprio isolamento da ogni contagio esterno. Che si sostanzia nella regola del tanto peggio (per tutti gli altri) tanto meglio (per noi). Ci sorprende invece l’atteggiamento della cosiddetta sinistra-sinistra che venerdì scorso, alla Versiliana, ha schierato alcuni autorevoli esponenti. Quando Di Matteo e Scarpinato avevano appena terminato di esporre un quadro impressionante dell’immenso potere finanziario che la mafia-mercatista controlla assoggettando politici e amministratori. Le parole di Gad Lerner, Tomaso Montanari, Rosy Bindi e Pier Luigi Bersani ci hanno ispirato un certo scoramento e in qualche caso una sorta di addio alle armi. Eccellenti persone che mosse dalle migliori intenzioni non hanno tuttavia trasmesso la sensazione che si possa costruire in tempi rapidi una sinistra unita in grado di offrire un’alleanza a quel Pd (che pure esiste) che ai patti del Nazareno non vuole più tornare. C’è sembrato anzi che qualche pezzo di quella sinistra meditabonda, non potendo vincere, si accontenti, intanto, di far perdere Renzi. Ma forse siamo noi che abbiamo capito male.