Il Fatto 26.9.17
L’ospedale di “Mr. Unità” costa già 10 milioni in più
I
lavori - L’opera è gestita dal gruppo Pessina, che fu chiamato a
“salvare” il giornale Pd e poi ha sostenuto i candidati di Toti
di Ferruccio Sansa
Dieci milioni e mezzo più del previsto. E non è nemmeno ancora stato costruito.
È
il record dell’ospedale Felettino di La Spezia. Un’opera ormai mitica:
lustri e lustri di attesa. Dieci anni per arrivare a una gara con un
unico partecipante: un raggruppamento di imprese che comprende
Coopservice e Gruppo Psc ed è guidato dal gruppo Pessina. Quello
dell’Unità.
Infine inaugurazioni a raffica sempre nei periodi
elettorali. E polemiche – quante polemiche! – sempre sul filo della
politica: un ospedale prima etichettato di centrosinistra e poi di
centrodestra. Se ne parla così tanto, ma poi se vai a vedere… sorpresa,
trovi soltanto una spianata vuota.
Eppure i costi stanno già
lievitando. E dire che si parte già da 175 milioni. Ma, come ha scritto
ieri Il Secolo XIX, le imprese costruttrici hanno presentato 10 milioni
di ulteriori “riserve”. In gergo tecnico sono le spese urgenti che sono
state affrontate e che non sarebbero state previste nel capitolato
d’appalto. Non basta: ci sono altri 610.742 euro di varianti. Una per
salvare ed espiantare l’altare policromo in gesso di Villa Cerretti, una
residenza ottocentesca abbattuta senza tanti complimenti per far posto
all’ospedale. Se mai arriverà.
Insomma, non si vede ancora una
parete all’orizzonte eppure stiamo già volando verso i 190 milioni.
Intanto La Spezia, una città di centomila abitanti, aspetta ancora un
ospedale degno di questo nome, con i malati che spesso preferiscono
emigrare nella vicina Toscana.
Eppure da queste parti se ne parla
forse da prima che fossero inventati gli antibiotici. Poi nel 2004 la
prima offerta saltata, ricordano le cronache, perché la commissione di
gara non era stata correttamente formata. Poi infiniti tiramolla, anche
perché l’appalto fa gola: 175 milioni interamente pubblici. Di questi
119 provenienti dal ministero della Salute, mentre il resto arriverà
dalla Regione Liguria e gli ultimi 25 milioni come permuta in base alla
valutazione del vecchio ospedale che passa ai privati.
La firma
del contratto d’appalto arriva nella primavera del 2015 e parecchi in
Liguria storcono il naso. Mancano pochi giorni alle elezioni regionali
con il centrosinistra – rappresentato dalla spezzina Raffaella Paita –
che annaspa. Ma non basterà l’annuncio per evitare la débâcle. A sparare
le critiche più grosse è proprio l’allora candidato di centrodestra,
Giovanni Toti, poi vincitore: “È singolare che a pochi giorni dal voto
si firmi un appalto da centinaia di milioni per la realizzazione di un
nuovo ospedale. E che il gruppo che lo realizzerà, unico a presentare
l’offerta, sia, guarda caso, il maggiore titolare delle quote
dell’Unità, giornale che il segretario del Pd e premier Matteo Renzi si è
preso l’impegno di salvare. Sarà tutto certamente regolare, ma lascia
perplessi”.
Il gruppo Pessina ha sempre smentito ogni tipo di
collegamento tra l’acquisto del quotidiano Pd e l’aggiudicazione
dell’appalto: “C’è stata una regolare gara e noi l’abbiamo vinta in base
all’offerta migliore. Abbiamo una competenza riconosciuta in questo
campo”.
Ma nel frattempo tanta acqua – e tanti voti – sono passati
sotto i ponti: Toti e i suoi hanno vinto in Liguria, poi a Savona,
infine a Genova e proprio La Spezia. Insomma, hanno in mano la regione
con il Pd che si scanna (a La Spezia ha dominato la scena la guerra
all’arma bianca tra “seguaci” della renziana Paita e dell’altro spezzino
eccellente, Andrea Orlando).
Intanto alla cena per raccogliere
fondi per il candidato sindaco genovese Marco Bucci viene annunciata la
presenza di Guido Stefanelli, amministratore delegato della società che
controlla l’Unità e del gruppo Pessina. Il boss del giornale fondato da
Antonio Gramsci accanto al candidato di Pdl-Lega e Fratelli d’Italia.
Nel
corso degli anni gli annunci di posa di prime pietre si sono sprecati:
nel 2004 viene annunciato l’inizio dei lavori con la consegna del nuovo
nosocomio entro il 2007. Non se ne fa nulla. Poi altri annunci a pioggia
dal 2008 al 2014. Nel 2015 ecco la promessa che l’ospedale sarà pronto
nel 2019.
Fino a pochi mesi fa: ottobre 2016. Altro annuncio a
pochi mesi dalle elezioni comunali, vinte anche queste dal centrodestra,
e soprattutto dal referendum costituzionale che spacca l’Italia.
Ma gli spezzini ormai hanno cominciato a disperare. Le malattie, purtroppo, non aspettano i tempi delle grandi opere.
Gli
unici che sembrano crederci ancora sono alcuni primari che, si dice, a
ogni annuncio cominciano a sgomitare, a telefonare a segreterie di
partito e Asl per candidarsi a dirigere reparti inesistenti.