sabato 16 settembre 2017

Il Fatto 16.9.17
Caro Fazio, è ora di dirci quanto incassi davvero
Importi misteriosi - Dopo mesi di attacchi, continua a rimanere vago sui dettagli del maxi-contratto (firmato per 4 anni) per il passaggio a Rai 1
di Selvaggia Lucarelli

Intanto facciamo a capirci. Per me, lo stipendio di Fazio, non è un problema moralistico. “Se glieli danno, fa bene a prenderseli.”, direbbe un mio zio genovese. Non soffro di invidia sociale, sono allergica a quest’atmosfera trotskista della serie “Gli italiani fanno fatica ad arrivare a fine mese e Fazio…”. Tra l’altro, tutti a porsi domande sullo stipendio di Fazio e nessuno che si ponga la vera questione: quanto guadagna Filippa Lagerback per dire “Grazie per essere stati con noi, ci vediamo domani”?
Dicevo, non è una questione moralistica. È solo una questione di onestà e trasparenza. Di domande che sono state poste, a cui sono state date risposte monche. E di tempi.
Cosa si aspettava Fazio, che in un momento in cui ai colleghi si chiede di tirare la cinghia, a lui la allungano di sei metri e tutti zitti? Caro Fazio, io direi che è venuto il momento di mettere a tacere voci e illazioni. Immaginati ospite del tuo programma. Immagina l’entrata in studio con applausi da stadio e un conduttore che inizia a incalzarti con domande ficcanti, dritte, asciutte e cazzute. Insomma, immaginati ospite del tuo programma, ma non intervistato da te. E se pensi che tutto questo accanimento debba finire (io penso che sì, qua e là ci sia anche stato dell’accanimento), se pensi che ci sia gente che merita delle risposte serie e puntuali, rispondi a queste domande:
1. Quando twittavi “In una tv che cambia bisogna assumersi nuovi rischi e nuove responsabilità. D’ora in poi vorrei essere produttore di me stesso” non ti sembra che mancasse un passaggio? Nuovi rischi, nuove responsabilità ma anche nuovi guadagni. Mica per altro, messa così pare che tu voglia produrre te stesso per patire, per spararti volontariamente nelle balle. No, tu ti autoproduci perché vuoi correre il rischio di floppare ma anche quello, eventuale, di comprarti una villa al mare. Non era più onesto dire che è un salto nel buio, ma pure nella piscina di Paperon de’ Paperoni?
2. Sei un uomo di sinistra, pare. Guadagni, per tua ammissione, 2 milioni e 240 000 euro l’anno. Quasi 9 per quattro anni. Sono tanti. È pieno di società di produzione esterne che hanno bisogno di lavorare, di stipendiare gente, di sopravvivere. Immagina se tutti i conduttori Rai decidessero che rimangono al timone del loro programma solo se possono autoprodurselo come hai fatto tu. Creando società nuove di zecca come la tua Officina (di cui sei socio al 50 per cento) . A parte il tono vagamente ricattatorio della faccenda, non trovi che a Marx, dall’aldilà, un pochino, ma solo un pochino eh, girino i maroni?
3. Il punto fondamentale è il tuo reale guadagno. Ci hai detto che come conduttore è di 2 milioni e 240 000 euro l’anno. È vero che, come scrive il deputato Pd Michele Anzaldi, ne guadagni altri 704 mila a stagione per i diritti del format? E perché ti dimentichi di dircelo? Te li pagano in buoni da Game Stop?
4. Ce lo spieghi il format di Che tempo che fa? Vorrei leggere la paginetta depositata alla Siae. Che so: “Il conduttore si siede a un tavolo, entra l’ospite, l’intervistatore lo intervista, finisce l’intervista, ne entra un altro. Finisce, ne entra un altro, poi un altro”. Praticamente è il format di una catena di montaggio. Fossi un figlio di Henry Ford io chiederei i diritti a te, altro che te alla Rai.
5. Ti sei dimenticato anche di dirci che guadagni dai diritti Siae (pare circa 400.000 euro l’anno) Eppure Aldo Cazzullo, che ti ha intervistato sul Corriere, te l’ha chiesto in un italiano comprensibile pure da Antonio Razzi. “Lei quanto guadagna?”. Una risposta onesta era, per esempio: “Da conduttore 2 milioni e 240 mila euro a cui naturalmente vanno aggiunti i guadagni dei diritti del format, della Siae e della produzione di cui faccio parte”. Cristallino. Pure se non specificavi le cifre. Altrimenti è un po’ come “Mi hai tradito?”. “Mai” (il limone in ascensore con la segretaria mica è tradimento). Ecco. Tanto i soldi della Siae, diritti e produzione mica sono guadagni pure quelli.
6. Veniamo alla produzione. (della tua Officina). Il programma costa 450.000 euro a puntata. Dici, sempre a Cazzullo, che costa meno di un varietà e di una fiction. E grazie. Una scrivania, qualche ospite, gli autori, Luciana Littizzetto e la Lagerback che dice “A domani!” e dovrebbe costare come Gomorra?
O tu e Massimo Gramellini cominciate a improvvisare delle finte sparatorie in studio o direi che ci sta che costi meno. Comunque 450.000 per 64 puntate l’anno sono 28 milioni di euro circa. Per 4 anni sono 115 milioni di euro. Se non vuoi dirci quanto è il tuo guadagno (ipotizziamo il 10%? Quindi potresti intascarti altri 11 milioni e mezzo in 4 anni), almeno non omettere questa voce.
7. Le 64 puntate sono 32 +32, ovvero 32 puntate da 3 ore la domenica e 32 da un’ora il lunedì sera. Come mai costa 450.000 mila euro anche la puntata da un’ora? Che succede in quell’ora? Trasmettete dalla stazione spaziale orbitante?
8. Inizialmente si diceva che la Rai guadagnasse con la pubblicità dal tuo programma. Ora hai dichiarato: “Il programma è pressoché totalmente ripagato dalla pubblicità”. Che è la versione moderna del mitico “Sono completamente d’accordo a metà col mister!” di garzyana memoria. Ma quanto e in che modo partecipa la Rai alla produzione del programma? Perché immagino che gli impianti, tanto per citare una delle tante voci che competono alla Rai, non te li caricherai tu sul furgoncino la mattina.
9. Sei passato a Rai1. Rai3 sostituisce Che tempo che fa con una mini-fiction che se va bene farà il 5%. Quindi non credo che venderà molta pubblicità in quello spazio. Sei ancora certo che la Rai, a guardare questa operazione nel complesso, ci guadagni o si ripaghi i costi? Sicuro sicuro?
10. E infine lo share. Hai detto che Rai1, nello spazio che vai a occupare, oggi fa una media del 15%. Però dichiari che anche fare il 13% con un programma di parole sarebbe un successo. A parte che non ho mai visto mettere così tanto le mani avanti neppure a Renzi quando ha detto “Le Regionali in Sicilia non sono un test nazionale”, Davide Maggio di davidemaggio.it fa notare che la media di rete in quello spazio è del 18%. Perché con i numeri – che si tratti di stipendio o di share – hai tutti questi problemi? Hai avuto il matematico Furio Honsell ospite fisso a Che tempo che fa, qualcosina avresti dovuto impararla.
11. E infine, la domanda più importante: ti serve mica un’autrice?