Il Fatto16.9.17
Dieci mosse contro l’indipendenza catalana
Referendum contestato - Barcellona chiede al governo centrale di permettere la consultazione
Dieci mosse contro l’indipendenza catalana
di Elena Marisol Brandolini
Il
presidente e il vicepresidente della Generalitat, Puigdemont e
Junqueras, la presidente del parlamento Forcadell e la sindaca di
Barcellona Colau hanno inviato una lettera a Rajoy e al re Felipe VI,
appellando al dialogo per un accordo che permetta ai catalani di
celebrare un referendum. In questi giorni il governo spagnolo ha messo
in moto iniziative per boicottarlo.
Bilancio L’ultima è il
commissariamento del bilancio della Generalitat. È la reazione del
ministro delle Finanze Montoro alla lettera di Junqueras che gli
comunicava che non avrebbe più trasmesso la relazione settimanale sulle
spese correnti. Il ministro ha dato 48 ore a Puigdemont per un accordo
sull’indisponibilità del bilancio catalano, pena l’assunzione da parte
del governo centrale delle spese per retribuzioni, sanità, istruzione e
servizi sociali. Il nuovo sistema prevede la comunicazione al ministero
di tutti i crediti pendenti, di modo che sarà lo Stato a pagare
direttamente i creditori della Generalitat e la certificazione
dell’assenza di spese per il referendum.
Cariche istituzionali. Sono oltre 750 i sindaci indagati.
Cittadinanza.
Rajoy ha avvertito i cittadini che, votando, incorreranno in un
delitto. Le principali associazioni di magistrati hanno invitato la
cittadinanza a disobbedire alla Generalitat.
Sui componenti dei seggi elettorali ricadrà il delitto di disobbedienza.
Giudici.
Tribunal Constitucional, Fiscalía General e Tribunal Superior de
Justicia de Catalunya funzionano come braccio giudiziario del governo
spagnolo: il TC sospende le leggi (quella del referendum) e le altre due
autorità (e loro ramificazioni) ne applicano il rispetto delle
sentenze, con l’emissione di querele e divieti.
Informazione. Ci
sono perquisizioni della Guardia Civil in tipografie e giornali, come El
Vallenc, alla ricerca di materiale referendario. Chiuso il sito web del
referendum della Generalitat; il TSJC ha ordinato alla Guardia Civil di
redigere una lista dei mezzi d’informazione che hanno pubblicato la
pubblicità del referendum.
Manifestazioni. Quelle collegate al
referendum sono illegali e perciò passibili di proibizione, anche fuori
dalla Catalogna, come a Madrid o a Vitoria, dove l’iniziativa è stata
interrotta. Ora s’investiga l’atto di apertura di campagna degli
indipendentisti a Tarragona.
Polizie. La Procura ha ordinato a
Policía Nacional, Guardia Civil e Mossos d’Esquadra di requisire schede
elettorali e urne. La polizia spagnola cerca volontari disponibili a
trasferirsi in Catalogna per una ventina di giorni.
Reti. L’azienda delle poste Correos ha ordinato ai suoi impiegati di non inviare lettere con materiale referendario.
Schede elettorali. Vengono cercate nelle diverse tipografie con perquisizioni della polizia.
Urne. Anche queste ricercate dalla polizia con perquisizioni.