sabato 16 settembre 2017

Il Fatto 16.9.17
Sandra Bonsanti, Libertà e Giustizia
“Macché Watergate, alzano solo nebbie”

“Fango, “eversione”, “Watergate”, “scenari da colpo di Stato”. Queste le parole utilizzate da diversi esponenti del Pd nella giornata di ieri sulle ultime novità del caso Consip, ovvero la presunta azione di due carabinieri per incastrare l’ex presidente del consiglio, i cui particolari sono stati rivelati al Csm dal procuratore Lucia Musti. “Sono parole eccessive, fuori luogo. In Italia l’eversione è stata qualcosa di molto grave, come abbiamo visto negli anni Settanta, con morti e feriti, osserva Sandra Bonsanti, giornalista, per anni firma di “Repubblica”, ex direttrice del “Tirreno” ed ex presidente di Libertà e Giustizia.
Bonsanti, perché si parla addirittura di “Watergate”?
Mi sembra ci sia un tentativo da parte del Pd di creare confusione, mettere nebbia su un caso già molto complicato che le persone fanno fatica a seguire. Credo che la reazione del Pd tradisca una grande preoccupazione e la poca volontà di fare chiarezza.
Non è la prima volta che sul caso Consip il Pd usa certe espressioni: anche mesi fa, quando Tiziano Renzi era nell’occhio del ciclone, il segretario dem ha utilizzato più volte il termini “fango” e “complotto”.
Mi sembra che da parte di Renzi e dei suoi si voglia alzare il livello dello scontro, forse per buttarla in politica, mentre qui bisognerebbe restare ai fatti e alle inchieste in corso e lasciar lavorare gli inquirenti nella massima tranquillità. Il problema è che Renzi si rapporta alle questioni, politiche e giudiziarie che siano, sempre allo stesso questo modo: alzando i toni e facendo le barricate: con me o contro di me”.
Secondo lei ci sono cose che non tornano in questa vicenda?
“Riguardo alle ultime novità, mi chiedo perché le rivelazioni sui due carabinieri si vengono a sapere solo ora, e non nel momento in cui sono state acquisite”.