Il Fatto 16,9.17
Vigilanza Rai: il Pd (isolato) vuol fare melina su Gabanelli
Il
caso - Sulla proposta dei 5Stelle di convocare la giornalista contrari
solo i dem: “Non si può fare, chiamiamo i vertici”. Ma non è vero
Vigilanza Rai: il Pd (isolato) vuol fare melina su Gabanelli
di Gianluca Roselli
Convocare
di nuovo Mario Orfeo e Monica Maggioni in commissione di Vigilanza.
Così da schivare l’audizione di Milena Gabanelli. Questo è l’escamotage
pensato dal Pd per evitare di ascoltare la giornalista in Parlamento,
un’audizione che potrebbe mettere in imbarazzo il dg della Rai e il Cda
di Viale Mazzini. E infatti sarebbero proprio i vertici della tv di
Stato ad aver fatto arrivare in Parlamento il suggerimento a
soprassedere: meglio evitare di portare in una sede istituzionale un
caso che sta imbarazzando non poco mamma Rai ed è diventato il primo
vero problema per il nuovo direttore generale.
La proposta di
ascoltare Gabanelli è stata lanciata mercoledì scorso dalla deputata
grillina Dalila Nesci, ma è stata respinta al mittente dai dem Vinicio
Peluffo e Michele Anzaldi. Il problema, però, è che su questo tema il Pd
è isolato: tutte le altre forze politiche presenti in Vigilanza,
infatti, chi più e chi meno, sono favorevoli all’audizione. Quindi, se
si dovesse arrivare a un voto, il partito di Matteo Renzi potrebbe
trovarsi in minoranza. Anche se poi, sulle convocazioni in commissione,
al voto non si arriva quasi mai e si trova un accordo prima.
A
lanciare la proposta, dicevamo, è stato l’M5S. “Dopo tutte le polemiche e
la decisione di Gabanelli di autosospendersi dalla Rai, oltretutto con
un duro atto d’accusa verso i vertici, pensiamo sia doveroso affrontare
la questione in Vigilanza, ascoltando la parte in causa”, fanno sapere
dal movimento grillino. Alla richiesta, però, il Pd oppone un secco
rifiuto. “In commissione non si affrontano casi singoli, altrimenti in
passato avremmo dovuto ascoltare i vari Giannini, Giletti, Perego… Si
creerebbe un pericoloso precedente. Inoltre l’audizione rischierebbe di
metterebbe in imbarazzo la stessa Gabanelli perché la esporrebbe a ogni
genere di attacco o critica”, osserva Anzaldi. Secondo cui “l’unico modo
che la Vigilanza ha per affrontare il caso alla luce delle ultime
novità (l’auto sospensione della giornalista, ndr) è quello di
riconvocare i vertici: il dg Orfeo e la presidente Maggioni”.
Il
problema è che però, così, si ascolterebbe solo la metà della storia.
“In Vigilanza in questi anni si è convocato di tutto e di più. Inoltre
Gabanelli non è giornalista o conduttrice semplice, ma è vice direttore
di testata (Rainews, ndr). Quindi i motivi di opposizione del Pd non
stanno in piedi”, osserva Maurizio Lupi di Ap. Su questa linea ci sono
un po’ tutti. “Io non stravedo per la giornalista, ma sono favorevole
alla convocazione: è sempre meglio ascoltare le questioni direttamente
dagli interessati”, afferma il leghista Jonny Crosio. “Gabanelli è
l’ultima vittima del controllo renziano sulla Rai. Penso che sia dovere
della Vigilanza ascoltare perché una professionista seria e capace come
lei abbia deciso di mettersi in aspettativa”, sostiene Fabio Rampelli di
Fdi. Anche Pino Pisicchio, in rappresentanza del gruppo misto (terzo
“partito” per numeri a Montecitorio), è d’accordo. “Il caso ha suscitato
un tale clamore che mi sembra utile sentire tutte le parti in causa”,
dice il deputato pugliese.
E Forza Italia? Renato Brunetta è un
po’ recalcitrante, ma favorevole. “A patto però che, oltre a lei,
vengano convocati tutti gli altri giornalisti e conduttori messi da
parte, a partire da Nicola Porro”, osserva il capogruppo forzista alla
Camera. Che aggiunge: “Io nutro forti dubbi sulla serietà deontologica
della signora Gabanelli. Ma non c’è dubbio che sul caso del progetto web
abbia subìto una scorrettezza. La si convochi, ma senza farne una
Giovanna d’Arco”, aggiunge Brunetta.
La questione verrà riproposta
in Vigilanza mercoledì prossimo. Sara interessante vedere se il Pd
continuerà a fare muro oppure se cederà alle pressioni della altre forze
politiche. Con buona pace di Viale Mazzini.