Il Fatto 13.9.17
In 100.000 con Milena. Le firme per un’altra Rai
Su
Change.org - Moltissime adesioni all’appello rivolto dal “Fatto” per
l’azienda: dare alla Gabanelli ciò che le era stato promesso, la
gestione delle news online
La Gabanelli si è autosospesa dalla Rai dopo aver rifiutato la condirezione di Rainews
di Lorenzo Giarelli
In
soli tre giorni la petizione a favore di Milena Gabanelli ha già
raggiunto quota 100.000 firme. L’idea era stata lanciata sulle colonne
del Fatto Quotidiano da Peter Gomez, Antonio Padellaro e Marco Travaglio
e in poche ore la sottoscrizione, a cui si può aderire dal sito
ilfattoquotidiano.it o direttamente su change.org, aveva già mosso
migliaia di commenti in sostegno della giornalista.
La vicenda è
ormai chiara: Milena Gabanelli si è autosospesa dalla Rai (aspettativa
non retribuita), dopo che il nuovo direttore generale Mario Orfeo,
mentre avallava contratti milionari a giornalisti diventati
all’improvviso “artisti”, le aveva offerto la condirezione di Rainews,
la struttura che gestisce il canale all-news della Rai e un anonimo
portale online su cui nessuno ha mai puntato. Niente a che vedere con la
proposta a cui la Gabanelli stava già lavorando prima che l’ex
direttore generale Antonio Campo Dall’Orto venisse a sua volta
allontanato dalla Rai, sfiduciato dal Consiglio d’amministrazione.
Secondo l’accordo, la Gabanelli avrebbe dovuto dirigere una testata
tutta nuova, con la possibilità di gestire un centinaio di giornalisti e
un team di grafici all’altezza di competere con gli altri grandi player
dell’informazione. Risorse e fiducia che sono venute meno con l’offerta
di Orfeo.
Milena Gabanelli è stata messa nelle condizioni di non
avere scelta. Con l’autosospensione ha rinunciato allo stipendio, mentre
il servizio pubblico ha di fatto deciso di rinunciare a un pezzo
prezioso della propria offerta.
“Siccome noi cittadini siamo i
veri proprietari della Rai – si legge nell’appello a margine della
petizione, firmato da Gomez, Padellaro e Travaglio – vogliamo rompere
questo muro di silenzio e di assuefazione, rivendicare il nostro diritto
a un’informazione pubblica libera e indipendente (soprattutto nell’anno
delle elezioni) e smascherare il giochino di chi tenta di ridurre
questo ennesimo scandalo a normale routine burocratica, contrattuale o
caratteriale. Perciò lo diciamo forte e chiaro: noi stiamo con Milena
Gabanelli e la rivogliamo subito in televisione”. Tra le tante adesioni
ci sono anche quelle di alcuni colleghi della Gabanelli. È il caso, per
esempio, di Lucia Annunziata, direttrice di Huffington Post e storica
conduttrice di In Mezz’ora su Rai3, che ha annunciato la propria
solidarietà alla giornalista: “Nel Regno Unito la Bbc
online è una
delle prime cinque fonti di informazione, non si capisce perché la Rai
non debba ambire a occupare la stessa posizione in Italia. Chi meglio di
Milena per farlo?”.
Solidarietà alla Gabanelli anche da parte di
Paolo Flores d’Arcais, direttore di MicroMega, che ha aderito
all’appello: “Sarebbe bello che tutti i quotidiani e le testate che
hanno a cuore la Rai come servizio pubblico aderissero senza gelosie”.
Ci
sono poi le voci dei comuni cittadini, la gran parte di quei 100.000
che continuano a lasciare commenti a margine della propria firma per la
campagna. Filippo Amato scrive: “Firmo perché Milena Gabanelli, assieme a
Riccardo Iacona e pochi altri, rappresenta perfettamente ciò che un
giornalista dovrebbe essere. La sua presenza in Rai è doverosa per gli
scopi di informazione, educazione e sviluppo del senso critico della
popolazione”. Gli fa eco Giulio Antilici: “Firmo perché pagando il
canone, controvoglia, pretendo che una professionista valida come la
Gabanelli resti in Rai per continuare l’eccellente lavoro svolto in
questi anni”.
Noi stiamo con Milena e siamo sempre di più.
di Lorenzo Giarelli