martedì 12 settembre 2017

Il Fatto 12.9.17
Scuola, così si cambia: come sopravvivere al ritorno tra i banchi
di Virginia Della Sala

Pochi interventi ma chiari: l’anno scolastico inizia con cambiamenti decisivi e snodi nevralgici per tutti, dagli alunni ai docenti, passando per i genitori e i dirigenti. Per essere sicuri di non perdersi nulla, ecco di seguito tutte le novità. I numeri, i problemi,le modifiche e le innovazioni, per capire che direzione sta prendendo la scuola che verrà.
Quanti e quando.Sono 8,6 milioni gli studenti che da ieri hanno ripreso le lezioni. La data della prima campanella varia di regione in regione e c’è chi rientrerà in classe anche venerdì. Apripista, la provincia di Bolzano: gli alunni hanno iniziato il 5 settembre. Le scuole possono decidere di recuperare i giorni di vacanza durante l’anno.
Il calo (continuo). Nel dettaglio, gli iscritti alle sole scuole statali quest’anno sono 7.757.849, lo scorso anno erano 7.816.408 (58mila circa in più). Il decremento più consistente è al Sud: 13.915 in meno in Campania, 12.141 in Sicilia, 10.106 in Puglia. Un calo che si registra da quattro anni a causa della regressione demografica e della dispersione scolastica (circa 50mila studenti di medie e superiori ogni anno).
I vaccini. Da quest’anno sono obbligatorie dieci vaccinazioni, altrimenti non si può accedere alle scuole materne e ai nidi. Per la scuola dell’obbligo è prevista una sanzione amministrativa che va dai 100 ai 500 euro. Entro il 31 ottobre va presentato il certificato o un’attestazione vaccinale (rilasciati dall’Asl) o l’autocertificazione o la prova della prenotazione del vaccino. Ci sarà tempo fino al 10 marzo 2018 per presentare i documenti ufficiali. L’autocertificazione è considerata documento ufficiale e quindi, in caso di false dichiarazioni è soggetto alle sanzioni previste dal codice penale.
I nuovi esami. Cambiano già quest’anno per chi frequenta la terza media, l’anno prossimo per la maturità. Alle medie, le prove scritte scenderanno da cinque a tre (italiano, matematica e lingua straniera) e ci sarà il colloquio orale. La valutazione del percorso scolastico avrà maggiore peso. Resta il test Invalsi (la prova nazionale standardizzata), ma si svolgerà nel corso dell’anno e includerà anche inglese.
Liceo breve. Chi frequenta l’ultimo anno delle scuole medie può invece iniziare a pensare alla possibilità di iscriversi a uno degli istituti che dall’anno prossimo sperimenteranno il percorso di quattro anni, con un numero maggiore di ore giornaliere e – secondo le indicazioni del ministero – con metodi di insegnamento che dovrebbero colmare il gap orario. Dal 2018 partirà una sperimentazione nazionale in 100 classi, tra licei e istituti tecnici. Le scuole interessate possono fare richiesta dall’1 al 30 settembre di quest’anno.
Smartphone.Dal 2007, le regole scolastiche prevedono che sia vietato in qualsiasi caso, tranne che per motivi d’emergenza. Il ministero ha però istituito un gruppo di lavoro per modificarlo: gli esperti si riuniranno il 15 settembre e, entro 45 giorni, dovranno comunicare nuove linee guida. La sfida dovrebbe essere riuscire a includerli nella formazione senza che diventino fonte di distrazione.
Cyberbullismo.È il primo anno della legge per prevenire il fenomeno. In ogni istituto sarà individuato, tra i professori, un referente per le iniziative. A lui si potranno denunciare episodi di bullismo e cyberbullismo e al preside (ammesso che sia presente) sarà demandato il compito di denunciare alle autorità i casi che costituiscono reato e di coordinarsi con la Polizia e le associazioni del territorio per promuovere percorsi di educazione alla legalità.
Alternanza. Chi ha figli che frequentano gli ultimi tre anni delle superiori, quest’anno li vedrà di certo partecipare all’alternanza scuola lavoro, che entra a pieno regime. Ci saranno ore di formazione e di pratica in aziende: si potrebbe finire tanto da Mc Donald’s o da Zara quanto a Intesa San Paolo, Ibm o a Poste Italiane. Bisognerà vigilare sul rischio sfruttamento. La carenza di aziende disposte ad accogliere gli studenti potrebbe poi rendere complicato il regolare svolgimento delle attività. “Ci sarà una carta dei diritti e dei doveri”, ha detto ieri la ministra dell’istruzione, Valeria Fedeli. Sul sito del Miur ci sarà una piattaforma per segnalare ciò che non funziona.
Supplenti.Sempre la ministra ha rassicurato: tutte le cattedre sono coperte. Sì, ma da chi? In migliaia di casi, da docenti che resteranno per un solo anno. Ci saranno almeno 100 mila supplenti, secondo le stime dei sindacati, e le cattedre saranno vuote soprattutto al Nord per i professori di matematica, di sostegno e di lingue.
Dirigenti.Se invece dovesse capitare di dover parlare con il preside, trovarlo in sede potrebbe essere un problema. Anche se sembra essere imminente la pubblicazione del bando di concorso per 2.000 post da dirigente scolastico, fino al prossimo anno non si riusciranno a coprire i posti scoperti. Ancora ricognizione sindacale: circa 1.700 istituti saranno assegnati a un dirigente non di ruolo. Questo significa che uno stesso preside dovrà gestire più scuole e, per ogni scuola, più plessi. Magari anche molto distanti.
D’estate. Questo è l’anno delle scuole aperte d’estate, iniziativa slittata l’anno scorso per un ritardo nella pubblicazione del bando. Lo stanziamento c’è (187 milioni di euro) e sono 4.633 gli istituti ammessi al progetto. Ancora non si sa se saranno i docenti a coprire le ore, ma sono state ipotizzate attività con associazioni e soggetti del terzo settore.
E i docenti?Per i disagi degli aspiranti, si può leggere il pezzo di Filippomaria Pontani che inizia a pagina 15. Gli altri dovranno aspettare il rinnovo del contratto nazionale e la legge di Bilancio: fino ad allora, restano loro gli stipendi più bassi d’Europa (circa 1200 euro netti almese) e una perdita salariale media di 12mila euro per il blocco degli stipendi che dura dal 2009.