Repubblica 12.9.17
Valeria Fedeli: subito una commissione per stabilire come usarli
Per Natale chiuderemo il contratto dei prof
La svolta della ministra “Smartphone in aula dico sì, sono un aiuto”
di Corrado Zunino
ROMA. Ministra Fedeli, nel primo giorno di scuola li ha visti tutti quei ragazzi che entrano in classe con il loro smartphone?
«Li
vedo e li frequento, i ragazzi. E so che non si può continuare a
separare il loro mondo, quello fuori, dal mondo della scuola».
Quindi?
«Da
venerdì prossimo una commissione ministeriale s’insedierà per costruire
le linee guida dell’utilizzo dello smartphone in aula. Entro breve
tempo avrò le risposte e le passerò con una circolare agli istituti».
Cosa ne pensa dello smartphone in mano a un tredicenne?
«È
uno strumento che facilita l’apprendimento, una straordinaria
opportunità che deve essere governata. Se lasci un ragazzo solo con un
tablet in mano è probabile che non impari nulla, che s’imbatta in fake
news e scopra il cyberbullismo. Questo vale anche a casa. Se guidato da
un insegnante preparato, e da genitori consapevoli, quel ragazzo può
imparare cose importanti attraverso un media che gli è familiare:
internet. Quello che autorizzeremo non sarà un telefono con cui gli
studenti si faranno i fatti loro, sarà un nuovo strumento didattico ».
Dice
che frequenta gli adolescenti, ministra, ma li conosce? Per l’Ocse il
70 per cento dei nostri ragazzi affronterà l’anno scolastico con ansia.
«Ne
ho preso atto e sull’adolescenza ho creato uno dei tre gruppi di lavoro
interni. Stanno incontrando associazioni e psicologi, ad ottobre
organizzeranno una due giorni internazionale dedicata. Gli insegnanti,
in classe, devono coinvolgerli e appassionarli. Un ragazzo può
sbagliare, ma deve sapere che non è a scuola per essere giudicato,
piuttosto aiutato a superare il suo limite. E deve riscoprire, in questo
mondo, la qualità delle relazioni umane».
Di nuovo la ministra buonista.
Gli
studenti di Terza media possono accedere all’esame «anche se mancano i
livelli di approfondimento», dice una delle sue deleghe.
«Lo sa
che in Consiglio dei ministri volevano che mettessi per iscritto
“vietato bocciare”, vietato per legge. Ho tenuto, sono rigorosa, voglio
studenti preparati. Ma c’è chi apprende in tre minuti e chi in una
settimana: la scuola deve farsene carico e cercare di portare avanti
tutta la classe. L’esame di Terza media sarà più leggero, non più
facile».
Si studia poco il Novecento.
Storia, Letteratura. Male e velocemente la cultura del Dopoguerra.
«Nel
programma ministeriale c’è tutto il Novecento e ogni docente potrebbe
farlo in modo completo. Autori come Grazia Deledda e Giorgio Caproni
vanno fatti riemergere. Due giorni dopo che è andato in pensione ho
chiamato Luca Serianni, il grande italianista della Sapienza. Gli ho
chiesto di aiutarci a vivificare lo studio dell’italiano».
Come è iniziato l’anno scolastico 2017-2018, ministra?
«Non
ho ricevuto una segnalazione negativa. Se i prossimi tre giorni saranno
così potrete cancellare la parola “caos” dai vostri titoli sulla
scuola. Guardi le carte, mi hanno risposto diciannove direttori degli
uffici scolastici regionali su venti: tutte le cattedre sono state
assegnate, 720mila insegnanti di ruolo e 85mila supplenti. Sono ancora
troppi, ma l’anno scorso erano oltre centomila e in questa stagione
saranno certi da settembre a giugno. Ne sono orgogliosa e ringrazio i
sindacati che hanno aiutato questo processo».
Il contratto della scuola e gli scatti d’anzianità per i docenti universitari?
«Entro
metà dicembre chiudiamo uno e l’altro, con la Legge di bilancio. Gli
insegnanti scolastici dopo sette anni avranno un aumento medio di 85
euro lordi, che potrà salire per chi ha anzianità e ruoli. Nella
contrattazione proporremo premi per i docenti che lavorano sul sostegno,
oggi ne mancano 9.949, nelle scuole di frontiera, nell’educazione per
gli adulti e per la continuità didattica in generale. Il centro della
scuola restano gli studenti».