Corriere 9.9.17
Londra-Tokyo in 10 giorni Mosca rilancia il ponte che unirà Europa e Giappone
di Fabrizio Dragosei
Così la Transiberiana arriverebbe a 12 mila chilometri di ferrovia
MOSCA
È uno dei grandiosi progetti che la Russia sogna da anni e che, in
buona parte, giacciono nei cassetti dei ministeri. Ma adesso sembra che
Vladimir Putin e Shinzo Abe vogliano veramente mettere mano
all’ambiziosa idea di unire Russia e Giappone con un tunnel o con un
ponte, trasformando la ferrovia Transiberiana in un infinito
collegamento via terra di oltre dodicimila chilometri che congiungerebbe
il Paese del Sol Levante con l’Europa. Poco più di dieci giorni per
percorrere in treno la distanza tra Milano, Parigi o Londra e Tokyo.
Un
sogno? I tecnici coinvolti nell’idea assicurano che sia fattibile e i
politici sembrano convinti. «Stiamo seriamente offrendo ai nostri
partner giapponesi di costruire assieme il collegamento stradale e
ferroviario», ha detto tre giorni fa il vicepremier Igor Shuvalov, che
accompagnava il presidente russo a Vladivostok dove c’è stato un
incontro con il primo ministro giapponese. Ma le incertezze sono tante,
legate sia alle difficoltà economiche che a quelle politiche, visto che
Russia e Giappone sono ancora divise dalla disputa sulle isole Kurili
occupate da Stalin alla fine della Seconda guerra mondiale e mai
restituite (non hanno ancora firmato un trattato di pace).
Il
piano, almeno in parte, risale addirittura al dittatore sovietico che
negli anni Quaranta diede il via libera allo studio per unire l’isola di
Sakhalin alla terraferma. Già, perché i tunnel o ponti dovrebbero
essere due. «E noi stiamo per iniziare la nostra parte dell’opera», ha
aggiunto Shuvalov. Dunque un traforo sottomarino di 11 km nello stretto
di Nevelskoj, nel punto in cui l’isola si avvicina maggiormente alla
costa. A quel punto la Transiberiana proseguirebbe lungo Sakhalin per
600 km. C’è già una vecchia linea giapponese ma, tra l’altro, ha uno
scartamento diverso da quello standard russo. Poi, arrivati a capo
Crillon, si dovrebbe attraversare il mare per 45 km, fino a capo Soya in
Giappone. Di lì la ferrovia si congiungerebbe con la velocissima rete
degli Shinkansen che sfrecciano a 300 km orari lungo l’isola di Hokkaido
e percorrono il tunnel sottomarino di Seikan per arrivare nella
maggiore isola giapponese, sulla quale si trovano Tokyo e le altre
grandi città.
Ai giapponesi l’idea interessa soprattutto in vista
dello sfruttamento delle risorse di Sakhalin, petrolio e gas in primo
luogo. Oltre al collegamento ferroviario, pensano infatti a un gasdotto
per far arrivare nelle loro isole il metano russo di cui hanno grande
bisogno ora che i progetti nucleari sono stati rivisti drasticamente a
seguito dell’incidente del 2011 alla centrale di Fukushima.
I
russi continuano a riproporre piani imponenti, in buona parte pensati
già nei decenni passati. Oltre all’idea di usare il passaggio a Nord-Est
per far raggiungere l’Estremo Oriente alle navi europee (per ora non
pratico dal punto di vista commerciale), vorrebbero estendere fino a
Seul la Transiberiana che già arriva in Corea del Nord. Ma la situazione
politica è tutt’altro che favorevole. Stesso discorso per l’unione tra
la Chukotka e l’Alaska, con ponte o tunnel, per raggiungere Canada e
Stati Uniti. L’unico dei grandi progetti di un tempo che si sta
realizzando è quello del ponte fra la terraferma russa e la Crimea:
procede a tappe forzate da quando l’Ucraina ha interrotto il traffico
dopo l’annessione della penisola da parte della Russia.
Per
fortuna, invece, non sono mai andati in porto i piani del leader
sovietico Krusciov che nei primi anni Sessanta voleva irrigare l’Asia
Centrale invertendo il corso dei grandi fiumi siberiani (che scorrono
verso l’Artico). L’idea dei tecnici era di realizzare il progetto a
colpi di bombe atomiche.