Corriere 6.9.17
Egitto, il governo oscura il sito web degli avvocati dei Regeni
Censurata la Ong che assiste la famiglia. Un parlamentare: dopo le aperture italiane, per Il Cairo caso chiuso
di Viviana Mazza
«Me
lo aspettavo, dopo le dichiarazioni del vostro ministro degli Esteri,
l’altro ieri, al Parlamento italiano», dice Ahmad Abdallah al Corriere .
Abdallah è il presidente del consiglio d’amministrazione della
«Commissione egiziana per i diritti e le libertà», organizzazione non
governativa che offre consulenza ai legali della famiglia di Giulio
Regeni. Alle 7 del mattino di ieri la sua Ong si è vista bloccare il
sito Internet dalle autorità egiziane: «un nuovo attacco» contro la
libertà di espressione, la prova «non solo che il governo rifiuta ogni
critica ma anche che le sue argomentazioni sono deboli», si legge in un
comunicato inviato ai media locali e stranieri.
Lo stesso Abdallah
è stato arrestato il 25 aprile 2016 ed è rimasto in carcere per 4 mesi e
mezzo con l’accusa di aver partecipato all’organizzazione di proteste
che miravano a rovesciare il regime. Dallo scorso maggio, il governo di
Al Sisi ha censurato centinaia di siti, considerati spazi di dissenso,
inclusi portali di informazione e pagine che offrono VPN gratuite per
aggirare il blocco. Ma Abdallah non considera casuale il fatto che il
sito della «Commissione egiziana per i diritti e le libertà» sia stato
oscurato proprio all’indomani del discorso del ministro Angelino Alfano,
che ha definito l’Egitto un «partner ineludibile» per l’Italia e difeso
la decisione di rimandare l’ambasciatore al Cairo il 14 settembre. «Il
governo italiano ha dato a quello egiziano il segnale che il caso Regeni
è chiuso, e dunque quest’ultimo può vendicarsi contro di noi che siamo
stati dall’inizio dalla parte di Giulio», sostiene il referente dei
familiari del ricercatore ucciso al Cairo. La ripresa delle relazioni
diplomatiche con l’Italia è stata accolta come un «passo importante» dal
portavoce del ministero degli Esteri egiziano Ahmed Abu Zeid.
Nonostante Alfano abbia ribadito che Roma vuole «giungere alla verità
vera», un parlamentare egiziano, Hassan Omar, ha detto ieri al sito Al
Bawabhnews che «il ritorno dell’ambasciatore indica che entrambi i Paesi
considerano chiuso il caso Regeni». «Ma non è finita, continueremo a
lavorare e a credere nella giustizia», promette Abdallah. La Ong
continuerà a pubblicare i propri rapporti su Facebook e altre
piattaforme.