Corriere 3.9.17
Non possiamo aiutare tutti i migranti»
Renzi: Pd unito. Basta liti, c’è il voto. Una signora lo contesta. E lui: ladri sulle banche? Lo dica a sua sorella
di Dino Martirano
Bologna
« Siamo una squadra unita che sa fare un grande gioco... E ora che
siamo a fine legislatura il Pd deve smetterla con i litigi inutili al
proprio interno e pensare solo a vincere le elezioni altrimenti le
vincono i nostri avversari populisti», dice Matteo Renzi agli
affezionati militanti dem che per assistere al rientro in campo del loro
segretario sfidano la pioggia e la location periferica della Festa
dell’Unità . Lui prova a fare un passo indietro («Ho fatto molti errori,
di referendum non voglio più sentir parlare per i prossimi 70 anni») e
quindi una volta tanto passa a sponsorizzare il «collettivo dem»,
citando «il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, il ministro
Graziano Delrio» e pure un oppositore interno come «il ministro Andrea
Orlando che ha fatto bene sul processo civile». Ma le parole più
efficaci di Renzi sull’operato del governo vanno all’indirizzo del
ministro dell’Interno Marco Minniti: «Giusto bloccare i flussi, siamo
all’inizio della soluzione per limitare gli sbarchi e su questo punto il
Pd è unito, non c’è divisione, anche se è normale che in un grande
partito ci siano sensibilità e valutazioni diverse. Abbiamo bisogno —
spiega — di una visione molto seria. C’ è un limite massimo di persone
che puoi accogliere. Devi salvarli tutti te, ma non puoi aiutarli tutti
te».
Camicia bianca, jeans Roy Roger’s a tubo, fisico asciutto.
Renzi si presenta così alle Feste dell’Unità di Bologna, Reggio Emilia e
Modena e si sottopone alle domande inviate per sms dalla platea. Quando
le legge si meraviglia che pochi puntino sull’immigrazione ma lui sa
che quello è un cavallo di battaglia in vista delle elezioni. E quindi
insiste: attacca con il fioretto l’«avversario Berlusconi» che quando
era al governo ha «firmato il patto di Dublino sul primo approdo nella
Ue dei rifugiati e sostenuto l’attacco alla Libia» e cita Angela Merkel
che «vuole ridiscutere il trattato di Dublino». Ecco, «propongo di
togliere i fondi Ue a quei Paesi dell’Est che non accettano la
redistribuzione dei rifugiati».
L’accoglienza riservata al
segretario in Emilia è calda ma non travolgente. A Reggio un signore gli
manda a dire via sms: «Vorrei un partito senza più D’Alema». E lui non
resiste: «Fatto!». Per il resto dice che «i gufi sono ancora in vacanza»
e non li cita. Renzi si sottopone volentieri al rito della firma delle
copie (450 solo a Bologna) del suo libro «Avanti». Applausi, selfie e
una contestazione solitaria e disperata della signora Giovanna Mazzoni
che inveisce contro il decreto salva banche urlando «Ladri, avete
rubato, abbiamo perso tutto». Qui Renzi scivola: «Che qualcuno ha rubato
lo dica a sua sorella...». Poi si riprende, «Signora resti con noi, ne
parliamo...», ma lo fa quando è troppo tardi e la signora è fuori. Il
tour di Renzi prosegue (presto sarà anche in Sicilia per presentare il
libro, senza bandiere del Pd, però), poi si parte con il treno delle 100
città per una interminabile campagna elettorale: «Quando chiudere la
legislatura lo decide comunque il presidente Mattarella. Ma si vota in
primavera», chiosa il segretario del Pd .