Corriere 2.9.17
Philip Roth: vi spiego perché non scrivo più
di Livia Manera
«Ecco
perché non scrivo più». Philip Roth, 84 anni, considerato il più
importante scrittore americano vivente, ha rotto il suo riserbo e ha
concesso una densa intervista a «la Lettura» da domani in edicola.
Considerato
il più importante autore americano vivente e uno dei più importanti del
secondo Novecento, ma dotato di un carattere schivo e profondamente
insofferente alle polemiche letterarie e a certa sovraesposizione
mediatica, Philip Roth (Newark, 19 marzo 1933) è sempre stato uno
scrittore difficile da avvicinare. E le sue interviste, già rare, si
sono fatte rarissime dopo l’annuncio dell’addio alla scrittura, che
risale al 2012: a parte qualche commento stringatissimo sulle recenti
vicende politiche americane, da molto tempo non ne concedeva.
Per
questo la densa intervista a Philip Roth con cui si apre il nuovo numero
de «la Lettura», il #301 (in edicola fino a sabato 9 settembre), ha
tutti i crismi dell’evento: nelle tre pagine dedicate all’autore di
Pastorale americana (e altri 30 romanzi, tra cui Lamento di Portnoy , Il
complotto contro l’America o La macchia umana , in Italia editi da
Einaudi), Roth risponde alle domande di Livia Manera raccontando come
vive lontano dalla macchina da scrivere, come ha accolto le critiche,
talvolta entusiastiche, talvolta arrabbiate, ai suoi romanzi
premiatissimi (anche col Pulitzer) ma soprattutto qual è in sostanza il
bilancio personale di una vita trascorsa quasi tutta a scrivere.
Ne
viene il ritratto di una mente lucida di interprete della società
contemporanea, ma anche il profilo di un uomo che ha lavorato molto, che
nuota in piscina per curare il mal di schiena, che deve tener lontani
gli orsi dalla sua casa settecentesca nel Connecticut. E ne vengono,
soprattutto, risposte che fanno riflettere, sul ruolo di uno scrittore e
sul suo lavoro nel mondo d’oggi. Così come fa riflettere anche il
volume di saggi, letto in anteprima e raccontato da Manera su «la
Lettura», che tra poco uscirà negli Stati Uniti, il 12 settembre: Why
write? Collected Nonfiction 1960-2013 (Library of America), un’ opera
omnia saggistica che raccoglie tutta la produzione non romanzesca di
Roth, e illustra molte delle sue posizioni sulla scrittura, sulla
letteratura e sul mondo americano.
Proprio a Philip Roth, tra
l’altro, sarà dedicata la lezione di Alessandro Piperno che si terrà al
Festivaletteratura di Mantova giovedì 7 settembre. Della kermesse
mantovana, che si svolgerà da mercoledì 6 a domenica 10 settembre e che è
giunta alla ventunesima edizione, si occupa un cospicuo speciale nella
sezione «Libri» di questo numero, non solo con la segnalazione di
incontri, eventi e appuntamenti della manifestazione, ma anche con
anticipazioni e contributi di moltissimi degli scrittori e delle
scrittrici ospiti.
A Mantova, ad esempio, si parlerà del «Vocabolario
europeo», l’impresa per la quale Giuseppe Antonelli e Matteo Motolese
hanno chiesto definizioni e parole significative ad autori di 31 lingue
diverse: su «la Lettura» si possono leggere i lemmi di cui si parlerà al
festival, come solitudine o desiderio , firmati da autori come Fernando
Aramburu, Arno Camenish e molti altri.
Attesa al festival e poi in
tour attraverso l’Italia è la scrittrice Elizabeth Strout, premio
Pulitzer: su «la Lettura» l’autrice firma due pagine vibranti in cui
ripercorre, punteggiandole di ritratti, ricordi e riflessioni, tutte le
sue esperienze di scrittura, a partire da Olive Kitteridge (Fazi) fino
al nuovo libro Tutto è possibile (Einaudi). Seguono le firme dello
spagnolo Arturo Pérez-Reverte, che racconta quel simpatico scorretto e
amorale che è il suo personaggio, la spia franchista Lorenzo Falcó ne Il
codice dello scorpione (Rizzoli); e quella dell’indonesiano Eka
Kurniawan, autore di La bellezza è una ferita (Marsilio), che ricorda
per «la Lettura» la figura del padre, e una storia di famiglia che
incarna e riflette in modo singolare quella di un intero Paese.
Tra
le pagine del supplemento, ancora, si scopre l’intervista alla
scrittrice nigeriana Chimamanda Ngozi Adichie, anche lei attesa al
festival mantovano, che spiega a Serena Danna come vorrebbe fosse
ripensato il concetto di mascolinità; e il dialogo con Marianne Leone,
volto noto della serie I Soprano , che racconta ad Alessia Rastelli il
suo toccante memoir Jesse (Nutrimenti), sul figlio tetraplegico
scomparso a 17 anni; per continuare con l’ampio dialogo con lo scrittore
Yu Hua, in cui uno dei più rappresentativi autori cinesi d’oggi (che
chiuderà il Festivaletteratura domenica 10: il suo romanzo Il settimo
giorno è appena uscito per Feltrinelli) racconta a Marco Del Corona il
proprio sguardo metaforico sul suo Paese. E poi il colloquio di Cristina
Taglietti con Daniel Pennac (che sarà in scena a Mantova domenica 10)
con il suo ricordo del grande fotografo Robert Doisneau.
Molti altri
sono gli spunti e gli interventi nel nuovo numero. Ad esempio, ci offre
le sue riflessioni sul tema degli incipit letterari Alessandro Piperno,
che sull’argomento interverrà sabato 9 settembre al Festival della
Comunicazione di Camogli: un’analisi acuta, e però giocata sul filo
dell’ironia, intorno alle caratteristiche (e ai segreti del mestiere)
che danno all’attacco di un romanzo un tono confidenziale o
cinematografico, oppure addirittura sapienziale, con tanto di esempi
commentati. Mentre Matteo Persivale anticipa la nuova storia di John le
Carré, ottantaseienne maestro della spy story che uscirà negli Stati
Uniti il 5 settembre facendo tornare in campo l’agente Smiley, quello de
La spia che venne dal freddo .
E infine, nelle pagine del
supplemento c’è un’altra esclusiva, questa volta artistica. Milo Manara,
protagonista di una mostra antologica a Bologna raccontata da Vincenzo
Trione, ci propone a tutta pagina una delle sue icone femminili: un
inedito che il disegnatore ha realizzato appositamente per questo numero
de «la Lettura» e che si ispira alla figura intramontabile di una
bellissima dello schermo...