sabato 2 settembre 2017

Corriere 2.9.17
Il Pd alla battaglia del «voto utile» con Mdp. Ma salva Pisapia
di Maria Teresa Meli

ROMA Mancano diversi mesi alle elezioni, ma il Pd è già in modalità campagna elettorale. Renzi e i massimi dirigenti del Nazareno danno per scontato che Berlusconi abbia già stretto un patto con Salvini e che quindi Forza Italia e Lega si presenteranno in un unico listone alle elezioni. Poi c’è l’altro avversario: Beppe Grillo con il suo Movimento 5 Stelle.
Due formazioni entrambe populiste — è il ragionamento che viene fatto al Nazareno — perché accordandosi con Salvini, inevitabilmente, anche Berlusconi si farà schiacciare su quel versante. A entrambi il Pd si dovrà contrapporre puntando sui «contenuti», si è raccomandato Renzi con i suoi parlamentari. E i contenuti, oltre le proposte che verranno dalla Conferenza programmatica prevista per il sei ottobre a Napoli, sono i risultati ottenuti finora.
Cioè, la crescita del Pil, la diminuzione degli sbarchi, e, soprattutto i posti di lavoro in più. Stando ai sondaggi commissionati dal Nazareno, infatti, la prima richiesta degli italiani riguarda proprio il lavoro. Sono le questioni economiche che stanno a cuore ai cittadini più ancora dell’immigrazione. Perciò Renzi ha intenzione di battere su questo tasto e per questo motivo è andato l’altro ieri al Tg1 a rivendicare i risultati del Jobs act. E sempre per la stessa ragione il Pd sosterrà Gentiloni in modo deciso sulla legge di Bilancio.
Sono i successi dei due governi del Partito democratico — quello Renzi e quello Gentiloni — che vanno esaltati. E, del resto, il leader e il premier si sentono con regolarità e concordano insieme i passi da compiere. Ormai per Renzi è «il gioco di squadra» che conta. Il che significa coinvolgere tutto il Pd, anche la minoranza guidata da Orlando. Non è per una fortuita coincidenza, infatti, che l’organizzazione della Conferenza programmatica sia stata affidata al tandem Martina-Orlando.
«Contro gli estremismi noi siamo la nuova forza tranquilla e solida del Paese», sono le parole che Renzi ripete più spesso in questi giorni. Una forza che può contendere a un Berlusconi che va in lista con Salvini i voti moderati e di centro. Per questa ragione il leader del Pd raccomanda ai suoi di evitare «lo scontro», che pure gli avversari del partito, soprattutto a sinistra cercheranno.
Puntare sul fatto che gli attori della contesa sono tre — il centrodestra, il Pd e i grillini — ha una diretta conseguenza. E questo sarà un punto importante della campagna elettorale del Partito democratico. Come spiega efficacemente il senatore Andrea Marcucci in un’intervista all’ Avvenire : «Il voto ad altre liste non collegate sarà buttato via, sarà di fatto un favore agli avversari». Torna quindi per il Pd il tema del voto utile. E le elezioni in Sicilia, paradossalmente, potrebbero aiutare in questo senso. Se la decisione di Mdp di non allearsi con il Pd nell’isola dovesse avere come effetto quello di consegnare la vittoria al centrodestra, i dirigenti del Nazareno avrebbero gioco facile a insistere sul voto utile nelle elezioni politiche.
Un discorso, questo, che riguarda gli scissionisti ma non Pisapia. Come precisa ancora una volta Marcucci: «È normale che la nuova forza politica dell’ex sindaco di Milano collabori con il Pd». Ma di alleanze Renzi preferisce far parlare ufficialmente i suoi dirigenti. Lui lascia le alchimie politiche ad altri e pensa a «ripartire dalla gente».