giovedì 28 settembre 2017

Corriere 28.9.17
Cristoforetti e i test con i colleghi di Pechino:
«Potrei andare io con loro nello spazio»
La Cina di Astrosamantha
di Giovanni Caprara

«È stata una magnifica occasione lavorare gomito a gomito con i colleghi cinesi». Samantha Cristoforetti, Astrosamantha, è da poco rientrata dal «celeste impero» dove, assieme al collega astronauta dell’Esa Matthias Maurer, si è addestrata per volare sulla nuova stazione spaziale che Pechino sta costruendo.
Negli incontri eravate più curiosi voi o i colleghi cinesi?
«Siamo stati accolti con grande calore e gentilezza. C’è molta curiosità reciproca, ci facciamo tante domande a vicenda. A loro interessa soprattutto la mia esperienza sulla stazione spaziale, poiché tra qualche anno inizieranno anche loro a effettuare spedizioni lunghe diversi mesi. Noi siamo curiosi di sapere com’è la loro vita quotidiana, come si addestrano, poiché forse tra qualche anno uno o una di noi si unirà a loro per una missione. Siamo solo agli inizi. Speriamo che nei prossimi anni si arrivi a un accordo tra le nostre agenzie. Quindi un volo per un’europea o europeo non sarebbe prima del 2023».
Nelle pause ha esplorato il mondo cinese, il cibo?
«Il corso di sopravvivenza di due settimane era in una base isolata. Si condividevano i pasti con i colleghi cinesi ed erano sempre gradevoli momenti di convivialità, ma anche di piacere culinario. Pure in Cina la cucina rappresenta un aspetto importantissimo della cultura e della vita sociale».
Dopo il lungo soggiorno sulla Iss e l’esperienza cinese, quali impegni riempiono le sue giornate?
«In attesa di una nuova spedizione mi rendo utile in vari modi mentre continuo ad addestrarmi. In novembre andrò a Lanzarote per completare un corso di geologia sul campo iniziato in Baviera e Alto Adige. E poi ci sono i viaggi in Cina».
Tutti oggi vogliono la Luna, a partire proprio dai cinesi. Meglio andare lì o su Marte?
«Credo che si stia consolidando consenso internazionale intorno alla scelta della Luna come prossima destinazione dell’esplorazione spaziale umana. Penso sia una scelta ragionevole, tecnologicamente ed economicamente fattibile grazie agli sviluppi maturati con la stazione spaziale».
Nel vostro centro di Colonia si intende costruire un Moon village, un villaggio lunare per gli addestramenti…
«Sì, e io mi occupo di iniziative che riguardano le future missioni sul nostro satellite naturale. Qui vogliamo realizzare un “analogo artificiale” con un suolo simile a quello selenico. Abbiamo un nutrito gruppo di studenti da tutta Europa. Ci piace la creatività dei giovani per investigare nuove idee come l’utilizzo delle risorse lunari».
Ha nostalgia dello spazio? L’attesa logora l’astronauta?
«Naturalmente desidero tornare nello spazio al più presto, ben sapendo che sarà impossibile in questo decennio, per una questione di rotazione di astronauti e nazionalità. C’è comunque sempre un lato positivo in ogni cosa: aspettare qualche anno in più aumenta le possibilità che la mia seconda missione abbia degli elementi di novità; per esempio uno dei nuovi veicoli spaziali americani».
Nel frattempo, però, Astrosamantha potrebbe diventare la prima europea a volare lassù, con i cinesi. Un altro dei suoi record.