Corriere 18.9.17
Parcheggia la Ferrari nel posto per disabili «Io me ne frego di te»
Via Montenapoleone, spinte al papà del ragazzo col permesso
di Gianni Santucci
MILANO
«Io me ne frego di te e della polizia», urla il proprietario della
Ferrari blu mentre risale in macchina; poi sbatte lo sportello, mette in
moto e accelera; il motore della sua «FF coupé» rimbomba davanti alle
vetrine della boutique Cartier , tra i passanti che si sono fermati per
capire cosa stia accadendo. Là in strada, nel cuore del quadrilatero
della moda di Milano, resta un uomo interdetto: è stato insultato e
spintonato davanti a suo figlio, un ragazzo minorenne con un grave
handicap, che ora è preoccupato e spaventato (perché ha assistito a
tutta la scena dalla macchina). La fuoriserie era ferma a cavallo di due
posteggi riservati ai disabili; il padre è arrivato in auto con suo
figlio e ha semplicemente chiesto al guidatore della Ferrari se poteva
spostarsi di un paio di metri. Doveva parcheggiare e far scendere il
ragazzo: per questo è stato aggredito. Mancavano pochi minuti alle 18,
sabato pomeriggio, di fronte al civico 16 di via Montenapoleone.
Storia
miserabile di arroganza. Forse anche peggiore di quel cartello di
offese gratuite lasciato a metà agosto vicino a un posto per disabili,
nel parcheggio di un centro commerciale a Carugate, in provincia di
Milano (il cartello diceva: «A te handicappato che ieri hai chiamato i
vigili per non fare due metri in più vorrei dirti questo: a me 60 euro
non cambiano nulla, ma tu rimani sempre un povero handicappato»).
Stavolta il rigurgito di inciviltà è esploso in strada, di persona, più
sfacciato, se possibile anche più ignobile: tanto che qualcuno ha
chiamato la polizia, segnalando l’aggressione. La Ferrari s’era già
allontanata. Qualcuno però aveva annotato la targa.
Così i
poliziotti si sono occupati prima di tranquillizzare il padre, e
soprattutto di rassicurare il figlio, che era molto scosso. Tra gli
agenti arrivati in via Montenapoleone c’era un poliziotto esperto,
Marcello Di Tana, al suo ultimo giorno di lavoro in Volante (ha da poco
superato la selezione per passare a un altro reparto): si è staccato
dalla divisa lo scudetto con «la pantera» e lo ha regalato al ragazzo.
Un piccolo gesto di umanità, mentre erano già partite le ricerche per
individuare l’uomo in Ferrari.
La «FF coupé» aveva una targa
svizzera, del Ticino. È intestata a un imprenditore milanese, 59 anni,
residente a Lugano. Un nome con una storia che si sdoppia a cavallo del
confine. Perché in Italia l’imprenditore ha una serie di precedenti per
lesioni, minacce, percosse, oltraggio a pubblico ufficiale. Non potrebbe
guidare, perché la patente gli è stata revocata (come il porto d’armi),
anche se da un paio d’anni ha una licenza di guida svizzera. E proprio
da Lugano partono altre tracce che portano nel mondo grigio della
finanza internazionale: il nome dell’imprenditore e un paio d’aziende a
lui collegate (con sede alla Isole vergini britanniche) compaiono
infatti nei «Panama papers», il gigantesco archivio dello studio legale
panamense «Mossack Fonseca», che per decenni ha creato e gestito decine
di migliaia di società offshore in cui sono confluiti patrimoni e
ricchezze da mezzo mondo.
È probabile che fosse proprio lui a
guidare in Montenapoleone, su quella macchina che costa più di 250 mila
euro. Il padre di quel ragazzo aveva diritto a lasciare la sua auto in
quel posteggio riservato, aveva chiesto semplicemente di spostare la
Ferrari di qualche metro, ha ricevuto una risposta infastidita, è
iniziata una discussione, finita con una violenta spinta. Il ragazzo era
in auto e ha seguito l’aggressione a suo padre.