Corriere 14.9.17
Ma qualcosa si deve fare
di Barbara Stefanelli
Davanti
ai nostri ragazzi che diventano adulti, ogni volta ci chiediamo che
cosa fare. Noi possiamo metterci di traverso. Si chiama «prevenzione
primaria». Comincia dai bambini e arriva agli adolescenti, parte nelle
case ed entra nelle scuole.
C’ è un ragazzo di 17 anni che — se
tutto verrà confermato — lapida una ragazza di 16, poi va e nasconde il
corpo nelle campagne, qualche decina di chilometri più a sud, do-ve il
Salento si chiude a punta nel Mediterraneo. Lo chiamano «il
fidanzatino». Lo chiamano in quel modo che pare affettuoso, ma tanti
sanno — sapevano — che è un giovane uomo vio-lento. Noemi ha postato su
Facebook e Instagram frasi sull’amore che non è amore «se ti fa male» e
sull’uomo che «non è più un uomo dall’istante in cui alza le mani». La
madre di Noemi è pure andata a denunciare tutto. Due procedimenti
av-viati: uno penale, uno civi-le. Nessun provvedimento cautelare.
Ancora una volta, qualcuno dirà che è la cro-naca di una morte
annun-ciata. Che non era compli-cato leggere tra le righe, o
direttamente nelle righe, la minaccia diventata poi lapi-dazione. In
questa storia resteranno due video che hanno incastrato l’assassino e
tutt’intorno lo sguardo in-sufficiente di chi, prima, non avrebbe mai
immagi-nato una fine così nera. O forse sì, qualcuno tra gli amici avrà
anche temuto il peggio: e tuttavia non si è mosso, non è bastato.
Re-steranno una madre che ha cercato di alzare lo scudo dell’autorità a
protezione di sua figlia e un padre che ha aiutato il figlio a
cancellare le tracce. E restiamo noi che, in un rito spaventoso, ci
domandiamo — davanti ai nostri ragazzi che diven-tano adulti — che fare.
Noi possiamo metterci di tra-verso: si chiama «preven-zione primaria» e
comincia dai bambini per arrivare agli adolescenti, parte nelle case ed
entra nelle scuole. Non stanchiamoci di ripe-tere — e di dimostrare —
che l’amore non ha proprie-tari. Insegniamo alle fem-mine a non
scambiare il controllo per attenzione o dedizione, a non farsi
lusin-gare dalle ossessioni, a non cedere mai alla richiesta di una
prova d’amore e d’e-roismo. E trasmettiamo ai maschi la bellezza e la
radi-calità della forza che rico-nosce la libertà, le fragilità, anche
il fallimento. L’amore non è una pietra, né un coltello, l’amore non è
un colpo di pistola.