Corriere 13.9.17
La legge sulla cittadinanza via dal calendario a settembre. Soddisfatta Ap. La Lega: vittoria
Ius soli, la resa del Pd in Parlamento Zanda: non abbiamo la maggioranza
di Alessandro Trocino
ROMA
«Le leggi hanno bisogno di una maggioranza e in questo momento non
c’è». Se non è un de profundis , ci va vicino. Perché le dichiarazioni
del capogruppo dei senatori del Pd Luigi Zanda arrivano
contemporaneamente alla «sparizione» della legge sullo ius soli dal
calendario di settembre dei lavori d’Aula. Sparizione accolta con rabbia
dalla sinistra e da Mdp e con entusiasmo dalla Lega. Ma c’è da
registrare soprattutto la soddisfazione di Ap, a lungo in imbarazzo per
una legge considerata «inopportuna».
Il Pd insiste nel valorizzare
l’importanza della legge. Zanda spiega che l’approvazione del ddl, che
consentirebbe ai bambini nati in Italia di avere la cittadinanza,
«rimane un obiettivo prioritario ed essenziale del Pd». Con il non
trascurabile particolare dell’assenza di una maggioranza in Senato. «Non
va bene portare il provvedimento in Aula e poi non farlo approvare». E
quindi? E quindi, spiega la ministra per i Rapporti con il Parlamento
Anna Finocchiaro, «sarà importante lavorare nelle prossime settimane
affinché si riesca non solo a calendarizzarlo, ma anche a creare le
condizioni politiche per approvarlo».
Condizioni che, a sentire
Maurizio Lupi, presidente dei deputati di Ap, partner di governo del Pd,
attualmente non ci sono: «Sullo ius soli il premier, dimostrando grande
senso di responsabilità, ha ascoltato la nostra richiesta e ha
giudicato inopportuna la richiesta di un voto di fiducia su una
questione così delicata e divisiva e non certamente prioritaria rispetto
ad altre decisioni urgenti per il Paese». Una «vittoria del buon
senso», dice Lupi.
Non condivide, naturalmente, Roberto Speranza,
coordinatore nazionale di Mdp-Articolo 1: «Così si nega la cittadinanza a
800 mila ragazzi italiani. È una resa culturale inaccettabile e un
cedimento alla destra». Non solo. Sinistra italiana si era detta
favorevole a una «fiducia di scopo», pur di approvarlo, disponibilità
ribadita dalla senatrice Loredana De Petris.
Renato Brunetta non
si mostra invece scontento, attaccando «l’annuncite» di Renzi, che «si
scontra con la realtà». Maurizio Gasparri si augura che «questo
provvedimento in Aula non ci arrivi mai». La Lega esulta: «Legge
affossata». Roberto Calderoli dice che «per fortuna lo ius soli è
sparito dai radar. Il Pd si rassegni, non solo non c’è una maggioranza
di favorevoli al Senato, ma neanche nel Paese». E Matteo Salvini:
«Niente legge sullo ius soli in Senato a settembre, una vittoria della
Lega e del buon senso. La cittadinanza non si regala».
E i 5
Stelle? Dopo essersi espressi in maniera contrastante, contestando «il
pastrocchio» e astenendosi (con l’opposizione isolata di Roberto Fico,
che è invece favorevole a una sua approvazione), ora trova una nuova
variante. Con il capogruppo al Senato Enrico Cappelletti, che spiega:
«Per noi la riforma è così importante che dovrebbe passare attraverso
una valutazione dei cittadini tramite referendum».
E nel Pd, se
l’europarlamentare Cécile Kyenge parla di «sconfitta e delusione», il
ministro della Giustizia Andrea Orlando avverte: «Se serve qualche
giorno in più per portare a casa un risultato così importante non credo
che questo debba far dire che si è abbandonato l’obiettivo».