Corriere 13.9.17
Cuperlo: questo impegno non può essere archiviato Le alleanze vanno riviste
di Marco Galluzzo
ROMA
«Mi auguro che la legge non sia veramente archiviata, e che il Partito
democratico abbia il coraggio e la determinazione di andare avanti. A
chi dice che i numeri non ci sono, io dico costruiamo le condizioni e
andiamoli a trovare: questa è una delle leggi che, se ci sarà, darà il
segno della legislatura».
Gianni Cuperlo è un deputato, è
perfettamente consapevole che a Palazzo Madama la maggioranza è
ballerina, che il capogruppo Luigi Zanda ha dovuto prendere atto con
rammarico dello stop allo ius soli. Eppure resta convinto che la partita
non sia chiusa.
Perché?
«È una di quelle leggi che risponde
a un impegno della legislatura, che ci siamo assunti di fronte a quasi
un milione di ragazzi che l’attendono. È una legge di civiltà ed è utile
per il nostro Paese, soprattutto per il passaggio storico che stiamo
attraversando».
Il partito di Alfano e le destre non la pensano così.
«Capisco
che ognuno faccia i suoi calcoli elettorali, ma l’obiezione che trovo
più fragile e contraddittoria è quella di una destra che ha paura del
provvedimento alimentando un clima di maggiore pericolo per il Paese. È
esattamente l’opposto, è un testo che va nella direzione di far sentire
parte di una comunità centinaia di migliaia di persone che nel Paese
sono cresciute, hanno studiato, si sono diplomate».
Per una legge ci vogliono i numeri, dice Zanda: è una presa d’atto?
«Non
sono al Senato, non so valutare. Ma voglio pensare che questo ritardo
serva a creare le condizioni per trovare i numeri. Il partito di Alfano
ha già votato questo testo alla Camera, ed è un testo che fa parte
dell’identità di un partito, a questo punto il dato dovrebbe far
riflettere per le future alleanze. La legislatura sul tema dei diritti
civili ha fatto enormi passi avanti, è necessario completare un mosaico,
non vedo alternativa».
Perché con lo ius soli ci dovrebbe essere più sicurezza?
«Perché
parliamo di inclusione sociale, è una cosa che serve all’Italia per
diventare un Paese più maturo. Anche la storia dell’Europa ci dice
questo: nasce come contaminazione, e quando ha scelto la strada dei
muri, del Continente fortezza, è andata incontro a drammi e tragedie.
Credo che il Pd debba essere molto fermo, ci sono delle cose che sono
giuste in sé al di là del consenso e io sono convinto che, se ci
mostreremo compatti, alla fine la bontà della riforma verrà confermata».