mercoledì 13 settembre 2017

Corriere 13.9.17
Parisi: «Il simbolo dell’Ulivo non andrà a chi ci riporta indietro»
di Monica Guerzoni

«Dare il marchio all’ex sindaco di Milano? La storia non si regala»
ROMA «La storia non si regala».
Giuliano Pisapia non avrà il simbolo dell’Ulivo?
«Il simbolo non esiste separatamente dalla storia politica che ha rappresentato».
Arturo Parisi è nella sua Sardegna, «lontano con i piedi e con la testa» dai palazzi dove si discute di alchimie e formule per un nuovo, futuribile centrosinistra. Ma poiché l’ex ministro della Difesa ha letto con «incredulità e sorpresa» su La Verità che Romano Prodi sarebbe pronto a concedere all’ex sindaco il marchio dell’Ulivo, il padre del vessillo unitario smentisce donazioni in vista: «È una notizia priva di alcun senso e fondamento».
A lei risulta che Pisapia abbia mai chiesto il simbolo?
«Il simbolo appartiene all’associazione L’Ulivo - I Democratici, che ne ha ceduto l’utilizzo alle coalizioni che ne hanno fatto richiesta per correre alle elezioni, l’ultima volta nel 2006. Ma non è che basta ottenere il simbolo per appropriarsi del contenuto».
Pensa che Insieme, se mai nascerà, non sarà degno di sfoggiare sulla scheda elettorale le foglioline di Romano Prodi?
«Voglio dire che abbiamo già visto in passato tentativi simili con i simboli del Partito comunista italiano o della Dc. Come se bastasse toccare un simbolo per impossessarsi di una storia e per lucrare una rendita. Siamo al magico, alla superstizione. Quasi che i segni di quella storia possano essere ridotti a reliquia».
Pisapia non è il nuovo Prodi e Insieme, se mai nascerà, non è il nuovo Ulivo?
«Nei mesi scorsi con Prodi ci siamo spesi per una convergenza tra le forze del centrosinistra. Ed ora dovremmo accettare che l’Ulivo diventi il segno e lo strumento per una divergenza?».
Non le piace il continuo richiamo alla discontinuità rispetto al Partito democratico di Matteo Renzi?
«Ripeto. La storia dell’Ulivo, un progetto ispirato all’unità e declinato al futuro, volto al servizio di un progetto di divisione declinato al passato? Stiamo davvero parlando del nulla».
Quindi lei non crede che dopo le elezioni siciliane nascerà una lista «nuovo Ulivo» che faccia da calamita ai delusi dal renzismo? Da Pisapia a Bersani, da Franceschini a Orlando?
«Prima vorrei vederli assieme e assieme chiedere di tornare all’Ulivo. Non solo quelli che lei ha ricordato. Come dimenticare che fu proprio Prodi a volere che il segno dell’Ulivo fosse iscritto nel simbolo del Pd per rappresentare la continuità di una storia? A prescindere e al di là del segretario di turno».