martedì 12 settembre 2017

Corriere 12.9.17
«Moretti, nuovo film sul ruolo dell’Italia ai tempi di Pinochet»
L’ambasciatore cileno: sarà un documentario
di Emilia Costantini

Allende, Pinochet e il colpo di Stato: per il suo nuovo film Nanni Moretti sceglie la storia. Il regista sta lavorando a un documentario sugli anni più bui del Sudamerica e la notizia arriva dall’ambasciatore del Cile in Italia. Fernando Ayala Gomez nel corso di un convegno sul golpe dell’11 settembre 1973, che si è svolto a Bologna, ha infatti dichiarato che l’argomento riguarda il ruolo dell’ambasciata italiana in Cile negli anni della dittatura di Augusto Pinochet, dopo la morte di Salvador Allende.
A confermare l’esternazione dell’ambasciatore potrebbe essere il fatto che, guarda caso, nell’aprile scorso Moretti è stato ospite speciale a Santiago del Cile, nello spazio La città e le parole . Una visita molto attesa, tanto che, in previsione dell’incontro con il regista italiano, è stata organizzata una lezione preparatoria per introdurre l’opera del cineasta, cui hanno partecipato il critico Christian Ramirez e l’editore Héctor Soto.
Affermava in proposito il direttore dell’Istituto italiano di cultura Anna Mondavio che ha proposto una retrospettiva di film morettiani, tra cui La stanza del figlio e Mia madre : «È un grande osservatore della società italiana di cui sottolinea i difetti. È un’icona, un gigante del cinema italiano. Attraverso i suoi occhi è possibile capire come funziona la politica, la società, la cultura italiane». E dai critici cileni è stato definito «il più importante cineasta della post modernità», capace di reinterpretare la tradizione dei maestri del dopoguerra, Federico Fellini, Luchino Visconti e Michelangelo Antonioni.
Non è nuovo Moretti ai rapporti amichevoli con il Cile. Si ricorda, ad esempio, che il regista Raul Ruiz, avendo interpretato nel 1989 un piccolo ruolo in Palombella rossa , contraccambiò l’invito offrendo al collega italiano, nel 1996, una piccola parte nel suo film Tre vite e una sola morte . Non è nuovo nemmeno al genere documentario: tra quelli più ricordati, La cosa , girato nel 1990, dove mostra il frenetico dibattito nelle sezioni del Partito comunista italiano all’indomani della proposta da parte di Achille Occhetto di trasformarlo in un nuovo soggetto politico, la cosiddetta «svolta della Bolognina».
Tra i film di contenuto politico, fece scalpore Il caimano (2006) su Berlusconi, mentre Habemus Papam (2011) fu definito profetico rispetto alle dimissioni di papa Ratzinger. Privato e intimista, invece, il suo ultimo lavoro Mia madre (2015), dove il regista mette a nudo i propri sentimenti.