lunedì 11 settembre 2017

Corriere 11.9.17
«Fuoco amico, Pisapia dice bene Concentriamoci sugli avversari»
di Daria Gorodisky

Domani si terrà l’incontro decisivo per la sorte di «Insieme», la sigla che dovrebbe unire l’Mdp di Bersani, Speranza, D’Alema, e il Campo progressista di Giuliano Pisapia. Sempre che vengano sanate le recenti incrinature tra i due giovani movimenti.
Miguel Gotor, senatore di Mdp, è fiducioso. Si aspetta che si passi attraverso «un chiarimento ineludibile che ponga fine allo stop and go » per arrivare a «un’assemblea costituente che dia vita a un nuovo soggetto politico». Un’assemblea le cui parole chiave devono essere «dal basso e partecipativa» e da celebrare «entro ottobre, perché il tempo stringe: Renzi vuole andare al voto con questa legge elettorale appena varata la legge di bilancio. Dunque abbiamo al massimo 6 mesi, e non possiamo permetterci di fare accademia. Usciamo tutti dal politicismo incomprensibile su nomi e formule. Auspico che dalla riunione esca un messaggio unitario, senza steccati o veti».
Gotor è certo che Pisapia «non poteva mettersi a fare il ruotino di scorta del duo Renzi-Alfano»: «Infatti venerdì ha dichiarato al Corriere due cose importanti e sulle quali, del resto, non avevo mai avuto dubbi. Il no all’alleanza con Alfano, sia a livello nazionale sia in Sicilia; e il no a un listone con il Pd».
L’ex sindaco di Milano aveva però anche stigmatizzato il «fuoco amico»: «Ha ragione — replica Gotor —. Ma è un problema comune. E sarebbe meglio che tutti ci concentrassimo sul fuoco degli avversari». Come quello del sottosegretario Davide Faraone, che sabato ha imputato Bersani di settarismo e di avere l’unico scopo di far cadere Renzi: «Trovo l’accusa di un esponente del giglio magico in salsa siciliana, come è Faraone, del tutto grottesca. In Sicilia è stato Renzi a rompere la prospettiva di centrosinistra, imbarcando ai più alti livelli una forza di centrodestra come quella di Alfano». Ma non è la stessa con la quale governano il Paese? «Qui siamo davanti a un’alleanza preventiva. E non nascondiamo il fatto che avviene per un mediocre fatto di potere con ricadute nazionali: le poltrone alle prossime Politiche e l’accordo sulla legge elettorale».