lunedì 11 settembre 2017

Corriere 11.9.17
La vignetta antisemita di Netanyahu Jr
Il figlio del premier attacca George Soros con un’immagine che fa discutere e divide Israele
di Davide Frattini

Il nonno Benzion ha studiato per tutta la lunga vita – è morto a 102 anni – l’accanimento dell’Inquisizione spagnola nel perseguitare gli ebrei. Il padre Benjamin considera la lotta contro l’antisemitismo una missione personale. E avrà pur chiesto conto a Yair di quella vignetta pubblicata sabato sulla pagina Facebook, dove un George Soros ghignante muove come marionette i critici del primo ministro israeliano: ci sono tutti i simboli – denuncia l’Anti-Defamation League – delle campagne che vogliono denigrare e diffamare il popolo ebraico come il controllore del mondo, compreso un mercante che si sfrega le mani e una specie di rettiliano pronto a conquistare il pianeta Terra.
Netanyahu ne avrà forse discusso con i figlio maggiore tra le mura della residenza a Gerusalemme, fino ad ora si è rifiutato di condannare il messaggio in pubblico. Anche se la sortita digitale ha già raccolto sostenitori imbarazzanti: è stata condivisa da David Duke, ex capo del Ku Klux Klan e negatore dell’Olocausto, e rilanciata dal sito neo-nazista Daily Stormer che la definisce «fantastica». «Un giorno davvero triste», commenta Avi Gabbay, leader del partito laburista. Mentre Ehud Barak ¬– che nella vignetta viene ritratto con i soldi in mano – si chiede se Yair «abbia bisogno di uno psichiatra, forse dovremmo trovargliene uno invece delle guardie del corpo e dell’autista». Il riferimento dell’ex premier e soldato più decorato della Storia del Paese è alla polemiche sui costi – a carico del contribuente – per proteggere e scarrozzare il giovane Netanyahu, che a 26 anni vive con i genitori nel palazzo ufficiale del primo ministro.
Le altre «marionette» sono gli organizzatori delle proteste per chiedere che le inchieste attorno al premier – gli investigatori lo sospettano di corruzione e abuso d’ufficio – vengano accelerate e il procuratore generale dello Stato prenda una decisione. Per ora Avichai Mandelblit vuole incriminare Sarah – la moglie e madre – per le spese pubbliche eccessive, quasi 100 mila euro, in pranzi e feste offerti ad amici e sostenitori, eventi che la signora Netanyahu ripete sono stati organizzati come parte delle cerimonie ufficiali.
Soros è tra i bersagli di famiglia perché attraverso la Open Society Foundations sponsorizza le organizzazioni per i diritti umani e civili che sostengano «la giustizia, l’educazione, la stampa libera». In Israele il 19° uomo più ricco del mondo – fuggito con la famiglia nel 1944 prima che le deportazioni ordinate dai nazisti in Ungheria sterminassero mezzo milione di ebrei – investe i suoi dollari per appoggiare B’Tselem o Breaking the Silence, gruppi che denunciano gli abusi contro i palestinesi e che il governo di destra guidato da Netanyahu considera come nemici interni.
Le sortite di Yair preoccupano perché – scrivono i giornali israeliani – il giovane sta prendendo sempre più peso tra i consiglieri politici (all’inizio l’incarico era costruire e controllare l’immagine del padre sui social media). Un mese fa era già stato criticato per un altro comunicato personale via Facebook che aveva firmato con due emoji-insulto. Rispondeva alle accuse di non aver raccolto i bisogni del cane adottato dai Netanyahu.