domenica 10 settembre 2017

Corriere 10.9.17
Da Sora Giorgia, la politica in trattoria
di Aldo Grasso

Trattoria Sora Giorgia. Come si fa a prendere gli elettori per la gola? Semplice, basta invitarli a casa propria, sia pur virtualmente, e offrire loro un ricco menù. Ricco si fa per dire. È quello che ha fatto quest’estate Giorgia Meloni che, sul suo profilo Facebook, ha cominciato a spadellare con alcuni video. In uno, per esempio, la leader di Fratelli d’Italia insegna a preparare la caprese «à la Meloni»: genuina, tricolore, italiana. Non un gran sforzo, in verità, ma una buona occasione per polemizzare con il governo: i pomodori siciliani non vengono più raccolti, sono vittime dell’importazione, il formaggio è fatto con il latte in polvere…
Fornelli d’Italia. La Sora Giorgia non s’ispira ai cuochi d’artificio (gli chef stellati che bivaccano in tv), l’impiattamento conta poco, l’approccio al cibo è grezzo e pulp, stile prosciutto e melone. Le sue stelle di riferimento grondano casalinghitudine: Wilma De Angelis (mangia come parli), Antonella Clerici (la locandiera ideale), Benedetta Parodi (il cibo a km zero, comprato cioè nel supermarket più vicino a casa). A lei non interessa la buona cucina ma il comizio culinario (mangiare e comprare italiano), il cibo come talismano della felicità elettorale. La caprese «à la Meloni» non è «cooking show» (sia pure via social), ma una dichiarazione di voto, un atto politico.
Come diceva Totò, «a proposito di politica, ci sarebbe qualcosa da mangiare?».