Repubblica 15.7.17
La via della seta scopre il treno Entro l’anno sbarco a Milano
di Angelo Aquaro
CHONGQING.
La lunga marcia della Cina verso Milano non si ferma, il treno della
nuova via della seta punta fin sotto alla Madonnina: prossima fermata
Duomo? L’ipotesi c’è: magari allungando i binari che da Chongqing
potranno sbucare undicimila chilometri più in là, fino a Trieste.
«Vogliamo arrivare a Milano entro l’anno» dice Li Bin, il numero due dei
trasporti di questa supermetropoli da venti milioni di abitanti e
capofila di Obor, cioè One Belt One Road, letteralmente Una cintura Una
strada, il grande piano da più di un miliardo di dollari disegnato dal
presidente Xi Jinping. «Stiamo organizzando centri di distribuzione
merci lungo tutta la via: in Turchia, Iran, Ungheria, Turkmenistan e
Kirghizistan. In Europa abbiamo già diversi punti: e Milano potrebbe
diventare un centro di smercio strategico. Vogliamo parlarne con
Trenitalia».
Non bastavano dunque la Pirelli, l’Inter e il Milan?
L’Italia per la verità è da sempre nel mirino di Pechino per la sua
posizione nel Mediterraneo e quindi di ponte verso l’Europa. E la Cina è
di converso il grande mercato che incanta l’Italia: se un miliardo e
quattrocento milioni di potenziali consumatori vi sembrano pochi. Mica
per niente la partecipazione alla nuova via della seta potrebbe portare
fino a un miliardo e mezzo di ricavi per il nostro fisco. Dalla moda
alle banche all’hi tech (è qui che Huawei ha aperto il suo centro
europeo) Milano è un brand di forte richiamo – e “Mission Milano” è
perfino il titolo di un film col divo Andy Lau che qui quest’anno ha
fatto cassetta. Però i cinesi stanno guardando anche altrove: verso
Verona, che avrebbe il vantaggio della direttrice Brennero, e
soprattutto Trieste, che alla fine potrebbe essere la prima scelta
grazie a quel porto con i fondali profondi fino a 18 metri e quindi già
pronti ad accogliere le navi container del Dragone. Visto da Pechino il
suo molo è fra l’altro lì accanto a quello di Venezia: e mettere la
bandierina sulla città di Marco Polo regalerebbe alla nuova via della
seta la benedizione di quella originale.
Comunque vada, e
soprattutto dove, sarà un successo. «L’interesse crescente dimostra che
il nostro paese può legittimamente e concretamente ambire a diventare il
terminale occidentale di Obor» dice l’ambasciatore Ettore Sequi. Anche
se i cinesi si sono già comprati il Pireo ai saldi imposti dalla troika
ad Atene? «Intanto via marittima e terrestre non sono per niente in
competizione. E poi l’ha detto il premier Paolo Gentiloni, in visita
qui, che l’operatore ferroviario greco è controllato da Trenitalia ».
Per tacere il piccolo particolare che la ferrovia nei Balcani si deve
ancora costruire: si può dunque ancora sperare di spezzare non sia mai
le reni ma i sogni sì della Grecia?
Quello che è certo è che è
sull’Italia che convergono i cinesi: come dimostra l’apertura a
settembre di un altro snodo ferroviario milanese, il treno che passando
da Varsavia collegherà Chengdu a Pavia. Ma perché insistere proprio sul
traffico su rotaie? «Il treno è più veloce della nave, 15 giorni contro
50, e più economico dell’aereo» riassume Sergio Maffettone, il console
italiano a Chongqing: «Ideale dunque per quei beni di nicchia del made
in Italy dove il costo del trasporto incide sul prezzo finale».
L’esempio classico sono le auto di lusso: mercato qui fiorentissimo
visto che solo Maserati si aspetta quest’anno un balzo del 47%. E
ancora: a scegliere i binari sono soprattutto i big dell’e-commerce. «È
con i nostri treni che arrivano in Cina la birra polacca e i vini
francesi» spiega il boss dei trasporti di Chongqing nell’incontro
promosso dal dipartimento italiano di China Radio International:
«Speriamo, adesso, di rilanciare anche i vostri», che già nel 2016 qui
crescono addirittura del 39%.
Miracoli della via della seta. I
treni in partenza da una ventina di centri cinesi collegano ormai una
dozzina di grande città europee. Percorsi che legano nomi che fatichiamo
a individuare sulla mappa a destinazioni più familiari: Lianyungang a
Rotterdam, Suzhou a Varsavia, Zhengzhou ad Amburgo, Chengdu e Lodz, Yiwu
a Madrid e ora anche Londra, Chongqing a Duisburg. È proprio su
quest’ultima rotta, aperta nel 2011 è già ricca del passaggio di oltre
1.140 treni, che si innesterà adesso la deviazione per Milano o Trieste:
puntando appunto Oltralpe dalla Germania, raggiunta attraverso questo
lungo viaggio tra Kazakhstan, Russia, Bielorussia e Polonia, o
proseguendo attraverso la diramazione che passa per Belgrado. Saliremo
in carrozza in Centrale per sbarcare direttamente quaggiù in Cina?
«Abbiamo cominciato con le merci, ora trasportiamo anche la posta. Per
le persone sarebbe un viaggio troppo lungo« ammette Li Bin. «Però stiamo
studiando la possibilità di organizzare treni charter per turisti».
Chongqing- Trieste-Milano tutta una tirata: se non è una lunga marcia
questa.