Repubblica 10.7.17
Se Renzi e Grillo sono già il passato
di Ilvo Diamanti
Ambiente
e lavoro gli obiettivi condivisi, i valori del futuro in base al
sondaggio Demos-Coop Nella terra di mezzo le parole che evocano
divisioni: immigrazione, euro, unioni gay
I valori del futuro
Guardando
al futuro, per gli intervistati dal sondaggio, ci sono tre punti di
riferimento: Papa Francesco e il suo messaggio di speranza, il
volontariato e l’ambiente e le energie rinnovabili
LE
PAROLE sono importanti. Servono a rappresentare la realtà. Ma anche a
costruirla. Perché la realtà sociale non esisterebbe senza le nostre
parole. Senza le nostre rappresentazioni. (L’eco del famoso saggio di
Berger e Luckmann non è casuale). Per questo ci pare utile ri-proporre
la “Mappa delle parole”, come avviene ormai da 7 anni.
PERCHÉ
attraverso le parole è possibile ricostruire i significati, ma anche la
prospettiva e la valutazione, del mondo intorno a noi. Così, anche
quest’anno, abbiamo condotto un sondaggio (Demos- Coop) su un campione
rappresentativo, particolarmente ampio. Alle persone intervistate sono
state proposte una quarantina di parole, che evocano diversi soggetti,
eventi, valori; diverse persone e istituzioni del nostro tempo. Ci siamo
concentrati, in particolare, sul contesto politico-sociale e mediale.
In senso lato. La Mappa che tratteggiamo in queste pagine “proietta” le
parole esaminate in base a due diversi “assi” di giudizio. Anzitutto, il
gradimento espresso dagli italiani (intervistati), in misura crescente,
da sinistra verso destra, cioè, lungo l’ascissa. Mentre dal basso verso
l’alto (seguendo l’ordinata): le parole riflettono la tensione fra
passato e futuro.
In questo modo abbiamo cercato di combinare il
tempo e il sentimento. Ne emerge una Mappa suggestiva. In qualche
misura, complessa. Ma chiara, nelle indicazioni di fondo. Appare
de-finita in tre aree, tre regioni di significato, dai confini - e
soprattutto dai contenuti – piuttosto precisi. Agli estremi si oppongono
due contesti alternativi.
In alto a destra, c’è il ponte verso il
Futuro condiviso. Dove insistono obiettivi attraenti e, appunto,
condivisi. La promozione dell’ambiente e delle energie rinnovabili.
Quindi: il lavoro. Perché è necessità “materiale”, ma anche un “valore”.
Accanto al lavoro: la ripresa, da un lato, e la meritocrazia,
dall’altro. Nel duplice auspicio: che il lavoro riprenda, insieme allo
sviluppo; e che sia orientato dal – e al – “merito”. Criterio
universalista, oltre ogni raccomandazione e privilegio. Più in basso,
tre parole “pubbliche”, ben incastrate fra loro. Popolo, democrazia. E
l’Italia. Dunque: il governo del “demos”. Il popolo sovrano e
responsabile. Dotato di diritti e doveri. Limiti e poteri. Fonte di
“democrazia”, oltre ogni “populismo”. In mezzo: l’Italia. Popolare e
democratica. Più in alto, a dare senso a questa regione di significato:
la speranza e il cuore. Sentimento e passione che guardano lontano.
Trainati dal volontariato. Più sopra, Papa Francesco. Nonostante tutto:
l’unica figura, l’unica persona capace di suscitare passione. E
speranza.
Nello spazio opposto, si incontrano politica, politici e
partiti. Senza distinzione. Lo sguardo degli italiani, in questa
direzione, è pervaso da sfiducia, verso un passato che non passa. E non
cambia. Leader, partiti e anti-partiti. Sono tutti là in fondo. Salvini e
la Lega, poco sopra il PD. Vicino al M5s c’è FI. In fondo a tutti, come
sempre, Silvio Berlusconi. L’Uomo Nuovo degli anni Novanta. Il Capo.
Oggi sfiora i confini dello spazio politico percepito dagli italiani.
Quasi in-visibile. Non lontano, incombe Beppe Grillo. Ieri, il Nuovo
contro tutti. Oggi, a sua volta, ai margini. Non per insofferenza ma,
piuttosto, per indifferenza. Accanto ai politici e ai partiti, che non
piacciono agli italiani, c’è Donald Trump. Spinto alla presidenza degli
Usa dal sostegno delle “aree periferiche”. Dall’inquietudine dei “ceti
in declino”. Per gli italiani: un politico come gli altri. Ma la novità
più sorprendente, in mezzo a questo non-luogo semantico, è la presenza
di Mat- teo Renzi. Solo due anni fa: campeggiava nello “spazio futuro”.
Alternativo a Berlusconi. Mentre oggi sta proprio accanto a Berlusconi.
La speranza di ieri si è consumata in fretta. Come le sorti del suo PD.
Il PDR. Confuso in mezzo agli altri partiti. “Legato” a FI. E, quindi,
risucchiato nell’indifferenza, che è molto peggio dell’anti-politica.
Nella
“terra di mezzo”, tra il “futuro condiviso” e la “marcia verso il
passato”, si addensa una pluralità di parole che evocano contrasti e
divisioni. Quasi un “Campo di battaglia”. L’euro e la UE. Accanto alle
“unioni gay”. E al mito dell’Uomo Forte, che negli ultimi anni sembrava
il marchio della “nuova” politica. Mentre oggi sta a metà fra passato e
futuro. Incapace di “emozionare”. Non per caso sia Renzi che Grillo,
oggi, nella Mappa, stanno “sotto” i loro partiti: PD e M5s. All’opposto
di qualche anno fa. A significare che oggi la personalizzazione non è
più, necessariamente, una virtù.
Nel “Campo di battaglia”
incontriamo l’immigrazione. Sul crinale fra accoglienza e integrazione.
Fra “Ius soli” e respingimento. Le stesse ONG si sono
istituzionalizzate. E oggi appaiono distanti dal volontariato.
Fra
le parole che stanno “in mezzo”, non per caso, ritroviamo i “media”.
Vecchi. Tv e giornali. Mentre la radio resiste, ai confini della “terra
promessa”. Sull’asse del futuro, i social media li sovrastano. Tuttavia,
per costruire il consenso, i media, “tradizionali” restano centrali. La
TV, per prima. Da ciò la questione evocata dalle parole del nostro
tempo. Il futuro della democrazia.
Perché i soggetti tradizionali
della “democrazia rappresentativa” partiti e politici - appaiono
delegittimati. Isolati nella regione del “passato”. Mentre la Democrazia
digitale, “immediata” più che “diretta”: è il futuro. Nella Mappa
tracciata dagli italiani, si posiziona in alto. Eppure è spostata, anche
se di poco, verso il quadrante della sfiducia. Meglio, della
“prudenza”. Come i social media.
Tra diffidenza e delusione. Gli italiani, per definire il futuro della democrazia, non usano parole rassicuranti.