La Stampa 6.7.17
Il mancato aiuto dell’Ue aumenta le difficoltà interne del governo
di Marcello Sorgi
È
stato un resoconto desolato quello che Minniti ha fatto ieri alla
Camera sul problema dell’immigrazione, dopo l’escalation degli sbarchi
negli ultimi giorni e dopo i ripetuti tentativi di ottenere dai partner
europei maggiore solidarietà. Il ministro dell’Interno, che pure dopo i
primi contatti a livello comunitario si era sbilanciato parlando di un
“6 -0 6-0” sulle sue proposte, spinte fino a prevedere la chiusura dei
porti italiani di fronte a richieste di attracco di navi straniere
cariche di immigrati, ha dovuto invece ammettere che al momento la
disponibilità ad aiutare l’Italia, pur promessa dal presidente della
Commissione Juncker e dal commissario per l’immigrazione Avramopoulos, è
invece assai ridotta da parte di Paesi come Francia, Spagna, Austria
(anche se ieri la minaccia di militarizzare il confine al Brennero è
stata ritirata); e anche la Germania, con la Merkel in piena campagna
elettorale, non aiuta. Minniti ha posto l’accento sulla scarsità di
fondi stanziati per finanziare l’assistenza italiana ai profughi, molto
ma molto inferiore rispetto a quella garantita alla Turchia grazie
all’aiuto tedesco. Il governo rischia così di dover sopportare quasi da
solo le pesanti conseguenze di un’estate che lascia prevedere una
quantità ingestibile di sbarchi. Il tentativo di riportare il confine in
mare dei soccorsi più indietro di quello che via via è scivolato fino a
poche miglia dalle coste libiche è in corso, ma è inutile nascondersi
che si scontra con l’attività, in molti casi senza controllo, delle navi
delle Ong che pattugliano stabilmente il Canale di Sicilia e continuano
a riversare migranti a migliaia sui porti della costa meridionale
dell’isola.
Di un quadro così controverso continua a risentire
anche il dibattito in corso al Senato sullo ius soli, rinviato alla
prossima settimana per effetto dell’ostruzionismo congiunto di Lega,
Movimento 5 stelle e Fratelli d’Italia, che prima sono riusciti a far
cambiare l’ordine del giorno dei lavori, spostando in coda la
discussione sulla nuova legge sulla cittadinanza per i figli degli
immigrati, e poi hanno approfittato di una svista della maggioranza sul
codice Antimafia, che ha allungato ulteriormente i tempi. Il governo è
deciso a far passare lo ius soli mettendo la fiducia sul testo: ma
proprio per questo le opposizioni tendono a drammatizzare, per cercare
di collegare l’allarme-sbarchi con una legge che formalmente non c’entra
niente, ma può dare la sensazione che l’Italia, debole nella
limitazione degli arrivi, non si preoccupi di dare segnali di
accoglienza che potrebbero incentivare le partenze degli immigrati.