La Repubblica, 6 luglio 2017
Johnson ad Alfano “Il bimbo rimane qui”
Di Enrico Franceschini
dal nostro corrispondente
Londra.
«È un caso tragico e complesso per tutte le persone coinvolte, ma è giusto che le decisioni continuino a essere prese sulla base di esperti pareri medici, con il sostegno dei tribunali, tenendo conto dei migliori interessi di Charlie». Il ministro degli Esteri britannico Boris Johnson ha risposto così ieri a una domanda del collega italiano Angelino Alfano. Il capo del Foreign Office mette dunque in dubbio l’idea che il bambino inglese affetto da una rara e incurabile malattia genetica possa essere trasferito da Londra all’Italia, come ipotizzato dall’Ospedale del Bambino Gesù di Roma.
Sulla vicenda, diventata un caso internazionale con i commenti del Papa e di Trump, è intervenuta anche la premier Theresa May alla camera dei Comuni, dicendosi «fiduciosa che il Great Ormond Hospital», dove è ricoverato il neonato, «prenderà in considerazione qualunque offerta, dando la priorità alla salute di un bambino disperatamente malato». Charlie è affetto da una condizione genetica che gli impedisce di vedere, sentire, muoversi e respirare senza l’aiuto del polmone artificiale. Tre diversi gradi della giustizia britannica e la Corte Europea dei Diritti Umani hanno stabilito che è necessario «staccare la spina» per non sottoporlo a inutili sofferenze e ad accanimento terapeutico.
Le offerte di aiuto di Trump e dell’ospedale vaticano «non farebbero altro che prolungare la sua agonia», commenta il Times. E lord Robert Winston, medico, scienziato, membro della camera dei Lord, le definisce una «crudele interferenza», sottolineando che Charlie è ricoverato in un ospedale con grande esperienza in questo genere di malattia, «mentre per quanto ne so ha ricevuto l’offerta di essere ricoverato in un ospedale che non ha mai pubblicato niente sull’argomento».
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