il manifesto 4.7.17
Retata dell’esercito israeliano e dello Shin Bet contro la sinistra palestinese
Cisgiordania.
Prese di mira di mira Khalida Jarrar, parlamentare e dirigente di primo
piano del Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Fplp),
Khitam Saafin, presidentessa del Consiglio dell’Unione delle donne
palestinesi
di Michele Giorgio
Retata in
Cisgiordania dell’esercito israeliano e dello Shin bet, il servizio di
sicurezza interno, contro la sinistra palestinese.
È scattata
all’alba di domenica ed ha preso di mira Khalida Jarrar, parlamentare e
dirigente di primo piano del Fronte popolare per la liberazione della
Palestina (Fplp), Khitam Saafin, presidentessa del Consiglio dell’Unione
delle donne palestinesi, e un’altra decina di persone, tra cui Ihab
Massoud, sempre del Fplp, scarcerato lo scorso 12 febbraio dopo 16 anni
trascorsi in una prigione di Israele dove ha preso parte a più scioperi
della fame dei detenuti politici palestinesi. Tra gli arrestati ci sono
anche quattro rappresentanti di comunità del campo profughi di al Aroub.
Jarrar e Saafin sono accusate dalla procura militare israeliana «di
coinvolgimento in attività terroristiche e violenti disordini pubblici».
Accusa
respinta con forza dalle due donne che spiegano di essere impegnate in
legittime attività politiche e sociali contro l’occupazione militare
israeliana dei territori palestinesi giunta al suo 50esimo anno. I
palestinesi ricordano che la legge applicata dall’esercito israeliano
nella Cisgiordania occupata considera «terrorismo» anche la sola
partecipazione ad organizzazioni politiche ritenute “ostili” o il lancio
di pietre contro i militari e i coloni. Jarrar, 13esimo membro del
Consiglio legislativo palestinese (Clp, il parlamento dell’Anp) detenuto
Israele, è molto popolare in Cisgiordania. Tra i bersagli delle sue
critiche roventi oltre a Israele c’è anche il presidente dell’Anp Abu
Mazen, che la parlamentare accusa di avere una linea contraria agli
interessi del popolo palestinese e di abusi e violazioni dei diritti
delle opposizioni.
Jarrar era già stata arrestata il 2 aprile
2015, posta in detenzione amministrativa, senza processo e accuse
precise, e successivamente processata per «gravi attività
terroristiche». Ma non dovevano essere così «gravi» queste «attività»
denunciate dalla procura israeliana visto che la parlamentare è stata
poi scarcerata nel giro di alcuni mesi.
Ora un nuovo arresto e
accuse simili al passato, rivolte questa volta anche a Khitam Saafin,
attivista palestinese di livello internazionale che collabora con
esponenti europee dei diritti delle donne e che ha partecipato a vari
eventi, tra cui il Forum sociale mondiale. «Questi attacchi non ci
fermeranno – scrive in un comunicato il Fplp – continueremo la
resistenza all’occupazione e a contrastare crimini e progetti che
tentano di liquidare la causa palestinese». Il Fplp, il più importante
dei partiti e dei movimenti della sinistra palestinese, aggiunge che
questi arresti «evidenziano la futilità» della linea dell’Anp a sostegno
dei negoziati e del coordinamento di sicurezza con Israele.
Per
Hanan Ashrawi, del Comitato esecutivo dell’Olp, l’arresto di Khalida
Jarrar è «una violazione della sua immunità parlamentare e Israele deve
adeguarsi alle norme internazionali che riguardano l’immunità di
funzionari eletti«». Si tratta, afferma Ashrawi, «soltanto di un arresto
politico». Issa Qaraqe, capo del comitato per i prigionieri politici,
ricorda che dal 2002 Israele ha arrestato 70 deputati, pari a circa la
metà del numero totale di membri del Clp, tra cui altre due donne,
Majida Fida e Samira Halaika.
Sull’arresto di Khalida Jarrar è
intervenuto anche il portavoce di Fatah, Osama Qawasmeh, per respingere
l’accusa rivolta dal Fplp al suo partito (spina dorsale dell’Anp di Abu
Mazen) di aver «collaborato» al blitz israeliano che ha portato alla
detenzione della parlamentare e degli altri esponenti della sinistra
palestinese. Samidoun, la rete di solidarietà con i detenuti, e le
associazioni delle donne palestinesi rivolgono un appello alle
organizzazioni internazionali affinchè siano fatte pressioni su Israele
per ottenere la scarcercazione immediata di Jarrar, Saafin e di tutti i
prigionieri politici.