il manifesto 12.7.17
L’1% degli italiani detiene il 20% delle ricchezze finanziarie
Rapporto Boston Consulting. Il numero dei milionari è destinato ad aumentare da qui al 2021, come anche la disuguaglianza
di Mirco Viola
In
Italia e nel mondo il numero dei ricchi è destinato ad aumentare, e con
loro anche le disuguaglianze. Nel nostro Paese, oggi, 307 mila
famiglie, pari all’1,2% del totale, detengono il 20,9% della ricchezza
finanziaria sotto forma di azioni, obbligazioni, depositi e strumenti di
liquidità. I dati vengono dal rapporto Global wealth 2017 elaborato
dalla società di consulenza finanziaria Boston Consulting Group .
Nei
prossimi anni, spiega ancora il rapporto, ci sarà un leggero
allargamento della ricchezza: nel 2021, infatti, si prevede che il
numero di famiglie italiane milionarie salirà a 433 mila (l’1,6% del
totale) con una quota di ricchezza pari al 23,9%. A livello globale, il
numero di famiglie milionarie è cresciuto del 7% in un anno arrivando a
circa 18 milioni. E nel mondo la ricchezza è molto più concentrata
rispetto alla sola Italia: l’1% di famiglie possiede infatti il 45%
della ricchezza complessiva.
Sempre tenendo conto dei dati
globali, tra le famiglie milionarie il 12% detiene patrimoni superiori
al milione di dollari e nel 2021 la percentuale salirà al 16%. La
maggiore crescita riguarderà le famiglie con una ricchezza tra 1 e 20
milioni di dollari (incremento del 6,1% medio l’anno) seguita dai super
ricchi – patrimoni oltre i 100 milioni – con un tasso di aumento del
4,6% l’anno.
La ricchezza finanziaria privata continua a correre
in tutto il mondo, e a tassi crescenti anno per anno: a livello globale
la corsa di Wall Street e degli altri principali mercati ha portato nel
2016 il valore totale di azioni, obbligazioni e depositi bancari alla
cifra astronomica di 166.500 miliardi di dollari. Rispetto al 2015
l’incremento è del 5,3%, superiore al +4,4% registrato l’anno
precedente. Nel 2021 si dovrebbe toccare la quota di 223.100 miliardi di
dollari, con una crescita media annua del 6%, derivante in parti uguali
dalla creazione di nuova ricchezza e dalla valorizzazione degli asset
esistenti.
L’aumento della ricchezza privata è generalizzato in
termini geografici «ma ancora una volta è stata l’area
dell’Asia-Pacifico a segnare lo sviluppo più rapido – spiega il rapporto
del Bcg – l’incremento è stato del 9,5%, inferiore a quello a due cifre
degli anni passati (la media 2011-2015 era stata del 12%) ma tale da
prospettare a breve uno storico sorpasso ai danni dell’Europa
occidentale come secondo mercato più ricco». L’area con Stati Uniti,
Canada e Messico ha segnato un incremento robusto, +4,5%, superiore a
quello dell’Europa occidentale, pari al +3,2%. Mentre la ricchezza
finanziaria globale è cresciuta del 5,3% e, in Europa, come detto, del
3,2%, l’Italia ha registrato al contrario una leggera battuta d’arresto.