Il Fatto 7.7.17
Il blitz del governo per aiutare Intesa e salvare il decreto
Banche
venete - L’esecutivo tenta di riscrivere in parte il testo poi cede, ma
ci riproverà con la fiducia. Più tutele agli obbligazionisti
di Carlo Di Foggia
La
fretta fa i gattini ciechi, e i decreti “salva banche” disastrosi. E
così con un blitz mattutino il governo ha tentato ieri un’impresa ardita
in commissione Finanze alla Camera: modificare – riscrivendolo – il
decreto che due settimane fa ha mandato in liquidazione le banche
venete, e venire ancora in aiuto di Intesa Sanpaolo, che si è già presa
la parte sana degli istituti con un contributo statale di 5 miliardi (e
altri 12 di garanzie). Tutto con un maxi-emendamento che, insieme a
quello del relatore (Giovanni Sanga, Pd), prevede decine di modifiche,
dai rimborsi agli obbligazionisti subordinati fino alla nascita di un
nuovo tipo di obbligazioni. Il gioco di prestigio non è riuscito, ma il
tentativo è solo rimandato.
Il blitz parte al mattino, quando il
governo – con la regia del navigato Sottosegretario all’Economia Pier
Paolo Baretta – prova a depositare entro le dieci il testo dove, insieme
alle modifiche, viene ricopiato l’intero decreto su cui pesa il diktat
di Intesa (se viene modificato nella parte che le garantisce il regalo,
salta tutto). Una mossa disperata. E infatti gli uffici della
commissione fanno sapere che non si può fare. A quel punto il governo lo
ritira per evitare la stroncatura. Buona parte però – filtra dal Tesoro
– verrà ripresentata, anche se direttamente in aula, dove il testo
approderà lunedì. Non è finita: martedì ritornerà in commissione – che
ieri ha sospeso il voto degli emendamenti –. E lì toccherà alla
maxi-modifica proposta dal relatore.
Il testo di Sanga riscrive
l’intero articolo sei del decreto. Amplia i rimborsi agli
obbligazionisti subordinati azzerati in ossequio alle nuove norme
europee: saranno indennizzati tutti quelli che hanno comprato i bond
dalle banche fino all’1 febbraio 2016, e non più a giugno 2014 come per
quelli di Etruria e le altre (senza sarebbero stati esclusi 491 milioni
in bond emessi da Pop Vicenza e Veneto Banca nel 2015). Viene chiarito
che non si pagheranno le imposte sulle somme ricevute dai soci che hanno
aderito alla transazione proposta dalle banche nei mesi scorsi (sia
azionisti che obbligazionisti potranno portare le minusvalenze in
compensazione). L’emendamento poi esclude dal Bail-in i contributi
versati alle casse previdenziali depositati nelle banche (la nuova
regola Ue impone anche ai depositanti più ricchi, oltre che a soci e
obbligazionisti, di contribuire al salvataggio degli istituti).
Ma
la novità più clamorosa è una modifica al Testo unico bancario che
permette alle banche di emettere un nuovo tipo di obbligazione. Sarà
assoggettabile al bail-in ma non a quella forma intermedia (il burden
sharing) che ha portato all’azzeramento delle subordinate con Mps, le
venete ed Etruria & C. (dal 2014 a oggi – dati Consob – la
circolazione di questo tipo di bond è infatti crollata del 56%). Creerà
un cuscinetto per evitare che vengano azzerate le obbligazioni
ordinarie.
E veniamo all’emendamento del governo, che modifica tre
articoli del decreto. Viene aumentato di un anno (da 3 a 4) il tempo
concesso a Intesa per ridare ai commissari liquidatori i crediti delle
venete che non vuole più, esentandola dal dover “nei confronti di
creditori e terzi”. La banca guidata da Carlo Messina ottiene poi nuove
garanzie, tra cui quella che blinda le commissioni di gestione dei
crediti deteriorati della liquidazione che gli verrà affidata per
contratto. Il maxi-emendamento firmato da Baretta tenta poi di sanare un
“buco” della legge che – come rivelato dal Fatto – rischiava di dar
vita a un disastro economico in Veneto: non avendo la licenza bancaria, i
liquidatori e la Sga, la società dell’ex banco di Napoli a cui verranno
trasferiti i crediti deteriorati, non possono erogare nuova finanza e
quindi permettere ai debitori anche di rientrare in bonis. In pratica
possono solo chiedergli di rientrare dell’esposizione, mettendoli in
ginocchio. L’emendamento consente l’erogazione di nuovi prestiti.
La norma, insieme ad altre modifiche, verrà ripresentata. Sul testo il governo metterà la fiducia