Il Fatto 15.7.17
L’effetto Renzi sui sondaggi continua: il Pd crolla al 24%
Per
l’Ipr Marketing i dem sono in caduta, ma Mdp ne approfitta solo un po’.
Stabile M5S, mentre hanno ottimi numeri Lega e Fratelli d’Italia
L’effetto Renzi sui sondaggi continua: il Pd crolla al 24%
di Luca De Carolis
Il
Pd che sprofonda al 24 per cento, con Matteo Renzi che continua a
perdere consenso. Il M5S che tiene, sospeso tra il 28 e il 29, ma che
non è più alle vette di inizio anno. E l’arcipelago rosso che in tutto
vale attorno al 9 per cento, ma che può arrivare almeno a qualcosa in
più. L’ultimo sondaggio di Ipr Marketing, realizzato tra lunedì e
martedì, racconta di un elettorato “sempre più polverizzato”, come lo
definisce il direttore dell’istituto, Antonio Noto.
Ma soprattutto
racconta che il Pd continua a perdere (potenziali) elettori. Ed è
proprio Noto a mettere in fila cifre: “Nelle settimane precedenti le
primarie dello scorso aprile, il partito oscillava tra il 27 e il 28 per
cento. Ma dopo l’elezione di Renzi a segretario e l’esplodere dello
scontro interno ha cominciato a scendere, stabilizzandosi tra il 25 e il
26. Ora però è sceso sotto il 25, la quota più o meno del Pd alle
Politiche del 2013, con Bersani segretario. E di fatto, è anche la
soglia sotto la quale la situazione del partito si può definire
critica”.
Tradotto, c’è un’emorragia che sembra colpa soprattutto
di Renzi. E Noto conferma: “Chi lascia lo fa soprattutto in dissenso
verso il segretario. A mio avviso, il Pd renziano può contare su uno
zoccolo duro del 22 per cento. E quella cifra si avvicina
pericolosamente”. Tanto può il calo degli ultimi tempi, che però non
drena consenso verso altri. Già, perché secondo Noto “il 90 per cento
degli elettori che abbandonano i democratici dichiara di non voler più
votare nessun partito”. E quindi va a ingrossare il già affollato
settore dell’astensione. Insomma, non c’è una fuga verso gli
scissionisti di Mdp-Articolo 1 che, sempre a detta di Noto, “sono ormai
stabilmente al 6 per cento, da settimane. E questo contando anche
Giuliano Pisapia tra i suoi leader”. Piuttosto stabile anche Sinistra
Italiana, “tra il 2 e il 3”.
Ma quanto può pesare una coalizione
rossa? “Il 10, forse anche il 12 per cento, ossia grosso modo le
percentuali di Rifondazione comunista nel suo momento migliore” sostiene
il direttore di Ipr. Certo, poi ci sono anche gli altri. A partire dai
Cinque Stelle, che il sondaggio dà tra il 28 e il 29. “Sono
sostanzialmente stabili, ma tra febbraio e marzo avevano superato il 30
per cento, toccando anche il 32” spiega Noto. Insomma, il Movimento non
scoppia di salute. “Colpa anche di tante, recenti polemiche” sostiene il
sondaggista. Sicuramente però sta peggio Forza Italia, all’11,5 per
cento. Distante dal 14 della Lega Nord, “tonica” secondo Noto. Come
Fratelli d’Italia, al 5 per cento (“e non da oggi”). Mentre gli
alfaniani di Ap se ne stanno al 3 per cento. Numeri che, se confrontati
con gli altri, descrivono una verità ormai chiara: “Nessuno ad oggi, con
questa legge elettorale, ha i numeri per formare un governo, neppure in
coalizione”.