Il Fatto 13.7.17
È il leader dei rancori: Renzi si vendica col libro
“Avanti” guarda al passato: l’ex premier cerca i responsabili del suo fallimento
È il leader dei rancori: Renzi si vendica col libro
di Tommaso Rodano
Enrico
Letta è citato (poco bonariamente) 12 volte, Ferruccio de Bortoli 10,
Pier Luigi Bersani 7. Massimo D’Alema – una vera ossessione –
addirittura 16. Il nuovo libro di Matteo Renzi si chiama Avanti ma
guarda al passato: poche idee per il rilancio e un lungo elenco di
nemici (talk show, stampa, minoranza). L’ex premier non fa autocritica,
ma mette in fila i colpevoli del suo fallimento: è il racconto di una
sconfitta. Ecco alcuni brani.
Complotto/1. “Ancora oggi mi domando
come faccia la gente a volermi ancora bene nonostante i vergognosi talk
show che da tre anni dipingono di me un’immagine che alla fine non
sopporto nemmeno io”
Complotto/2. “Il 5 dicembre, giorno
successivo alla sconfitta referendaria, Guido Crosetto, già
sottosegretario alla Difesa e parlamentare del centrodestra, pubblica un
tweet molto polemico: ‘Se conosco bene questo paese, nel giro di
qualche settimana partirà l’attacco delle procure ai renziani doc’. Dopo
tre mesi e dopo l’avviso di garanzia al ministro Lotti per presunta
rivelazione di segreto d’ufficio e l’avviso di garanzia a mio padre per
‘concorso esterno in traffico di influenze’, mi chiama Crosetto e mi fa
notare la sua singolare profezia. Io però non credo ai complotti”
Accerchiato
“Intendiamoci: non posso certo dire di essermi risparmiato. Ho
investito tutta la mia energia, ho tirato come un matto per l’intera
campagna elettorale, con piazze e teatri pieni, con un risultato di
oltre tredici milioni di voti a favore, che è una cifra di consenso
impressionante. Soprattutto perché eravamo soli contro tutti. Tutti
contro. Da Berlusconi a D’Alema, dalla Lega ai 5 Stelle, tutti insieme
appassionatamente, non per difendere il bicameralismo e i poteri delle
Regioni, ma contro il tentativo di cambiare. (…) La personalizzazione
incentrata su di me non nasce dal sottoscritto, ma dagli avversari. I
quali, semplicemente, non sopportavano che finalmente qualcuno facesse
qualcosa”
Le toghe. “La grande maggioranza dei magistrati italiani
è composta da professionisti impeccabili (…). Poi ci sono le eccezioni,
è ovvio: poche persone obnubilate dal rancore personale che
collezionano indagini flop e che provano a salvare la propria immagine
attraverso un uso spasmodico della comunicazione e del rapporto
privilegiato con alcuni giornalisti”
Pensaci tu. “E il giorno dopo
il netto successo ai gazebo, sarà la minoranza interna – primo tra
tutti l’allora capogruppo Roberto Speranza – a propormi di prendere in
mano il timone. ‘Matteo, così non andiamo da nessuna parte. Hai vinto le
primarie, rilancia tu il paese, andando a governare’”
Enrico,
stai allegro. “L’idea che si sia trattato di una coltellata alle spalle è
una fake news alimentata da un nutrito club di editorialisti monotoni
(…) come se Letta fosse stato usurpato di chissà quale investitura
democratica o popolare: (…) l’unica volta in cui Enrico si era candidato
alle primarie, nel 2007, aveva raccolto la miseria dell’11% di voti.
Più o meno la stessa percentuale di Civati qualche anno più tardi (…).
Letta però entra in modalità broncio”
Baffino. “I fuoriusciti
annunciano di andarsene l’ultima settimana di gennaio 2017, con una
dichiarazione affidata al reale leader di quell’area: Massimo D’Alema.
(…) Se fossero rimasti nel Pd, in parlamento non ci sarebbero più
rientrati. A quel punto, frustrati nella prospettiva di tornare a
occupare gli scranni da cui continuare a fare la politica di cui sono
maestri – quella del logoramento, chiaramente –, decidono di andarsene”
Massone
chi? “Prima di conoscerlo personalmente, consideravo De Bortoli uno
straordinario giornalista british style (…). Sentirmi accusato di questo
da uno che ha fatto per quasi vent’anni il direttore del Sole e del
Corriere mi lascia senza parole. Mi sembra difficile negare che
storicamente la massoneria abbia avuto maggiore influenza nelle sedi di
quei giornali che nelle parrocchie valdarnesi (…) Nessun giornalista osa
entrare in contraddittorio con il proprio collega, ‘megadirettore
galattico’. A meno che questo giornalista non si chiami Giuliano
Ferrara”
I provinciali. “Non sopporto nemmeno il provincialismo
italiano, per cui una cosa diviene importante solo se rilanciata da un
oscuro terzo portavoce del vicecommissario a Bruxelles. Su questo la
nostra stampa si muove in modo provinciale. In Francia nessuno dedica
così tanto spazio agli euroburocrati. Un po’ è colpa anche del
centrosinistra – diciamo la verità –, che per cacciare Berlusconi ha
fatto leva anche sull’Europa, permettendole di entrare in casa nostra”
Compagni. “Quando la sinistra italiana vede che qualcosa inizia a funzionare subito scatta il meccanismo dell’autodistruzione”
Caccia
all’uomo. “Dopo il referendum e la decisione di dimettermi dalla guida
del governo e del partito, però, ho passato mesi che non auguro nemmeno
agli avversari più accaniti. Uno straordinario stress test per il
carattere. Una caccia all’uomo senza esclusione di colpi sul fronte
politico, giudiziario, mediatico e personale si abbatte su di me, e
ancor prima di riuscire a domandarmi se davvero merito tutto quest’odio
devo reagire, riprendermi, ripartire”.